Una pleurite ha “illuminato” l`ex ministro dell`Economia Giulio Tremonti. È lui stesso a raccontarlo davanti alla sala semivuota della “Casa delle culture” di Catanzaro. Proprio nel periodo di convalescenza, lo scorso agosto, Tremonti ha scritto il programma della sua lista “3L”. La ricetta per far ripartire l`Italia da cui tutti, a detta dell`ex ministro, copiano, «compreso Beppe Grillo». Un programma con al centro il Sud, al contrario di quello che farebbe ritenere l`alleanza con la Lega Nord. Un ossimoro a prima vista, ma il professore sale in cattedra e spiega: «Il vero nemico del Meridione non è la Lega, ma i politici che governano il Sud. Sono dei cialtroni, nel migliore dei casi incapaci di spendere i fondi europei o peggio così astuti da capire che è il bisogno a creare la clientela. Se spendessero tutti i finanziamenti non avrebbero più la fila di imprenditori davanti alle loro stanze. È gente che sta bene perché il Sud sta male, altrimenti sarebbero tutti degli esodati».
Per rimettere in marcia il Meridione Tremonti individua quattro interventi: Cassa del Mezzogiorno (che spiega «dovrà servire a gestire i fondi europei»), Banca del Mezzogiorno, Zone franche e detassazione. L`ex ministro anticipa la domanda sul perché non le abbia fatte nella sua lunga permanenza in via XX settembre: «Quando le ho proposte sono stato osteggiato non dalla Lega, ma proprio dai ministri del Sud». «Dovete aprire gli occhi – dice Tremonti ai calabresi – mandate a casa questi “benefattori” del Sud. Sono 30 anni che vi prendono per il culo».
Nonostante la lunga permanenza nei palazzi romani, Tremonti si presenta agli elettori come «l`idea nuova». Il nemico numero 1 è l`altro professore, Mario Monti, esecutore di un vero e proprio «colpo di Stato». «Nel 2011, per far cadere il governo è stata fatta cadere l`Italia. Un governo mostruoso come quello di Monti, mai visto nella storia della democrazia occidentale, è stato possibile solo in base al terrore e poi, artefice e vittima del suo destino, ha fatto il terrore, che è una delle cause per cui l`economia italiana va malissimo, anche se prima non erano rose e fiori».
Tremonti ricostruisce così le fasi del “golpe”. «Il primo passo fu la lettera di Draghi, che conteneva un ricatto: se non fai queste cose, non ti compro i titoli. Alla Spagna, che stava peggio di noi, le hanno comprato i titoli ma non hanno imposto niente. All`Italia è stato imposto di anticipare il pareggio di bilancio, pattuito in Europa al 2014, al 2013. La ragione per cui l`economia non va bene è il sovraccarico di tasse e tagli imposti dal diktat del signor Draghi. Ovviamente non era solo, dietro c`erano gli illuminati ed i circoli della ragione e tutti quelli che volevano fare cadere il governo in Italia».
Con queste premesse il giudizio sul governo tecnico non poteva che essere durissimo: «Il signor Monti, non avendo mai amministrato neanche un condominio, non era capace di governare un grande Paese come l`Italia e il risultato lo vediamo: è come il medico che esce dalla sala operatoria e dice “l`intervento è tecnicamente riuscito, il paziente però è morto”». «Doveva darci la crescita economica – ha aggiunto – e l`Italia ha i dati peggiori dopo la Grecia, mai visti dal dopoguerra ad oggi. Doveva darci la stabilità finanziaria e abbiamo visto che, nonostante i soldi della Bce, lo spread è a 300 e nell`agosto scorso era a 500, come ai tempi del “berlusca”, e ci lascia un devastante buco di bilancio. La cassa integrazione ha prenotato un miliardo di ore e nel bilancio pubblico c`é un miliardo. Ai nostri tempi c`erano 40 miliardi. Cosa diamo ai disoccupati, i “Bersani bond”? E poi doveva darci la normalità politica. Avendo stravolto la vita politica di questo Paese ha creato il fenomeno Grillo. Se chi è eletto per governare rinuncia a farlo – ha concluso Tremonti – poi non ci stupiamo che un comico voglia fare il politico».
Nessuno stupore, visto che mentre l`ex ministro parla al suo fianco c`è la senatrice Anna Maria Mancuso che nella sua breve permanenza a Palazzo Madama (solo 4 mesi) ha fatto parte del gruppo “Per il Terzo Polo”. Calabrese di origine, nata a Zagarise ma trasferitasi in Lombardia, è qui per sostenere la candidatura di Pietro Raimondo capolista per il Senato e sindaco di Zagarise. A chiudere c`è Michele Filippelli, capolista per la Camera. Debuttante nell`agone politico ma può contare sui consigli di sua madre, la garante regionale per l`infanzia Marilina Intrieri nel cui curriculum si unisce prima e seconda Repubblica, dalla Dc al Ppi, dai Ds ai Popolari Udeur. In prima fila l`ex parlamentare dell`Ulivo applaude convinta alle parole dell`ex avversario Tremonti. Lo chiamano rinnovamento.
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