REGGIO CALABRIA Il presidente di Fincalabra, Umberto De Rose, ha trovato un osso duro col quale confrontarsi. Aurelio Chizzoniti, il presidente della commissione di Vigilanza, gli ha infatti anticipato la decisione di trasmettere alla Procura della Repubblica di Catanzaro gli atti relativi alle centinaia di assunzioni della società in house della Regione, nella quale sarebbero stati messi sotto contratto «parenti, nipoti, affini, collaterali, cugini di politici in carica», così come riportano le trascrizioni dell`audizione durante la quale De Rose ha deciso di non rispondere alle richieste formulate dallo stesso Chizzoniti. Il quale contesta al presidente di Fincalabra la volontà di «ostacolare l’esercizio delle funzioni di istituto» assegnate alla commissione di Vigilanza, a cui non sarebbe ancora pervenuta «la documentazione unanimemente invocata», sostituita con «fuorvianti, ulteriori, evasive e strumentali delucidazioni per altro non richieste».
Ecco perché Chizzoniti ha deciso di porre il suo ultimatum: se entro il 22 febbraio la commissione non riceverà la documentazione richiesta, «gli atteggiamenti serpeggianti di codesto ente (Fincalabra, ndr) fin qui pateticamente emersi saranno devoluti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro perché ne verifichi la probabile rilevanza penale».
Sul piatto, secondo il presidente della commissione, ci sarebbero reati quali abuso in atti d’ufficio, omissione in atti di ufficio e truffa, «con riferimento a quei giovani plurititolati prudentemente emarginati che continuano a contattare questa presidenza». Su quest’ultimo aspetto Chizzoniti richiama l`attenzione su alcuni laureati («con 110 e lode») tra cui «una ragazza che non ha visto il proprio nome nel calendario delle prove, pur essendo stata ammessa a sostenere i colloqui». Fincalabra – continua Chizzoniti – «ha sempre assicurato che “sarà chiamata, non è un problema suo sapere in quale turno rientra, controlli il sito”. La stessa aspetta ancora di essere convocata». C`è poi il caso di un’altra ragazza che, invece, pur non ammessa ai colloqui, è stata invitata a inviare la documentazione relativa al possesso dei titoli. «La giovane delusa evidenzia – prosegue Chizzoniti – le cose più sorprendenti: persone che non erano in posizione utile sono state chiamate per sostenere la selezione a poche ore dalla prova; il plico della partecipante allo strano bando, secondo quanto comunicato dall’incredula dottoressa, “a distanza di una settimana circa dall’espletamento della prova orale mi è stato restituito intatto senza neanche essere aperto per controllare se io avessi inviato tutta la documentazione comprovante il possesso dei requisiti richiesti dalla suddetta selezione”».
Chizzoniti è insomma convinto che la vicenda Fincalabra rappresenti un problema di «meritocrazia denegata», orchestrata da «politici che ne fanno addirittura lo slogan nelle campagne elettorali, ma nel frattempo le selezioni vengono fatte con altri criteri». Adesso si aspetta solo di vedere come De Rose risponderà all`ultimatum.
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