REGGIO CALABRIA Il piano lacrime e sangue è stato messo nero su bianco. Per ripianare un disavanzo che i commissari prefettizi inviati a Reggio Calabria stimano in più di 110 milioni di euro, i cittadini dovranno pagare tasse più alte (le aliquote o tariffe dei tributi locali saranno deliberate «nella misura massima consentita») e vedere servizi ridotti «almeno del dieci per cento». Le spese per il personale scenderanno e il Comune non potrà più far ricorso a mutui. Saranno dieci anni difficili. È il lascito di un modello che ha costruito fortune politiche e messo in ginocchio una città in cui le scuole faticano addirittura a trovare le risorse per riscaldare i propri studenti. Il documento approvato – che sarà sottoposto alla Corte dei conti –, tuttavia, dimentica qualcosa. Dalle decine di tabelle, colme di cifre, previsioni e (soprattutto) debiti, manca una delle voci più corpose tra quelle segnalate anche dai giudici contabili: il debito per le forniture idriche negli anni in cui il servizio era affidato alla Regione. Si tratta (o si tratterebbe, visto che la cifra è scomparsa) di circa 80 milioni di euro. Per il governo regionale, Palazzo San Giorgio deve restituirli fino all`ultimo centesimo; in riva allo Stretto la pensano diversamente. In campo c`è anche un contenzioso legale, che dovrà sciogliere i dubbi. Se finirà male per il Comune, i reggini dovranno sobbarcarsi una nuova stangata?
IL DISAVANZO
La parte centrale dell`atto approvato da Vincenzo Panico, Giuseppe Castaldo e Dante Piazza, è quella che si occupa del calcolo del disavanzo. Un excursus nelle pratiche di una serie di amministrazioni (quelle targate Scopelliti e il breve intermezzo governato da Raffa) che gonfiavano i crediti presunti per far quadrare i conti. I crediti da riscuotere riferiti all`anno 2011 e precedenti ammontano complessivamente a 493,6 milioni di euro, mentre i residui passivi riferiti all`anno 2011 e precedenti risultano pari a 540,9 milioni. Dunque, «qualora si potesse ipotizzare che i crediti iscritti in bilancio fossero totalmente riscuotibili, la quota di disavanzo da ripianare, al netto della gestione di competenza dell`anno 2012, risulterebbe pari a 41,7 milioni di euro».
Alcuni dei crediti evidenziati dal Comune, però, sono così vecchi che sarà impossibile incassarli. Quelli che i commissari giudicano «difficilmente riscuotibili» hanno un importo quantificato in 54,7 milioni. Non è tutto. Altri 14,5 milioni vanno stralciati dal conto: 12,5 sono relativi al recupero di quote di salario accessorio al personale dipendente, 2,5 riguardano rimborsi da parte del ministero della Giustizia.
Cancellati questi crediti “fantasma”, «il disavanzo di amministrazione da ripianare, derivante dalla gestione dei residui, risulta quantificabile in 110,9 milioni di euro».
Il 2012, invece, per i commissari «non presenta un disavanzo nella gestione di competenza, con positivi riflessi sui risultati di amministrazione». Tuttavia, visto che il rendiconto per l`anno passato non è ancora stato approvato, gli stessi commissari preferiscono non utilizzare i risultati positivi prodotti per decurtare il disavanzo.
DEBITI E ACCANTONAMENTI
AUMENTANO IL VALORE DELLA MANOVRA
Il documento dedica un passaggio al riepilogo della manovra finanziaria da attuare nei prossimi dieci anni. Al disavanzo si sommano debiti fuori bilancio per 11,3 milioni e 824mila euro euro di passività pregresse. Un totale che supera di poco i 123 milioni di euro. Ci sono, però, «ulteriori variabili da tenere in considerazione». Il Comune dovrà, infatti accantonare nei bilanci futuri dei «fondi a garanzia di crediti e degli effetti derivanti da eventuali soccombenze giudiziarie». Non si tratta di cifre di poco conto: «L`importo complessivo da accantonare ammonta a 4,6 milioni di euro per i primi due anni, oltre 2,5 milioni per ciascuno dei dieci anni del piano per le procedure di contenzioso in corso». Oltre a questo, «si ritiene di inserire un ulteriore accantonamento di 3,1 milioni per sei anni, per via di rateizzazioni rilevate presso la società Equitalia Sud e che al momento non trovano un preciso riscontro in bilancio». I risparmi da realizzare, insomma, crescono. E, sommando gli accantonamenti per le soccombenze giudiziarie e quelli per Equitalia, il valore complessivo della manovra arriva a più di 170 milioni. Crescono anche le tasse. Da quelle per l`occupazione di spazi e aree pubbliche all`imposta sulla pubblicità, passando per l`Irpef e l`Imu, Reggio Calabria fisserà le tariffe al livello più alto. E conta di recuperare più denari rispetto al passato, passando a una lotta più decisa all`evasione.
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