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Boom di consulenze esterne all`Asp di Cosenza

COSENZA Nonostante la linea di austerità imposta dal Piano di rientro a cui è sottoposta la Regione Calabria, all`Asp di Cosenza (attualmente sotto l`esame di una commissione d`accesso antimafia) s…

Pubblicato il: 21/02/2013 – 19:27
Boom di consulenze esterne all`Asp di Cosenza

COSENZA Nonostante la linea di austerità imposta dal Piano di rientro a cui è sottoposta la Regione Calabria, all`Asp di Cosenza (attualmente sotto l`esame di una commissione d`accesso antimafia) sale il numero delle consulenze affidate a soggetti esterni, per una spesa che supera i 3,2 milioni. Lo certifica una deliberazione della Corte dei conti, chiamata a pronunciarsi sul bilancio d`esercizio 2010 dell`Azienda sanitaria bruzia. «Rispetto all`anno precedente – scrivono i giudici contabili – c`è stato un incremento del 20 per cento nelle spese per consulenze esterne». Il quadro diventa ancora più desolante quando si passa a esaminare gli incarichi legali perché, nonostante la presenza di molti professionisti interni all`ente, l`Asp ha affidato a privati «70 incarichi legali, compresi consulenze e arbitrati; dagli atti inviati non risulta documentata la necessità dell`attribuzione dell`incarico all`esterno, né la previa quantificazione del compenso». Singolare è poi il caso di un avvocato che risulta assegnatario di 17 incarichi, «due dei quali per cause di rilevante importo». Tutto ciò ha fatto sì che l`Asp di Cosenza spendesse nel 2010, per spese legali, qualcosa come oltre 1,5 milioni. Una somma ingente, resa possibile anche dal «ripetuto ricorso a lodi arbitrali, che vedono soccombente l`Azienda sanitaria (in uno è stata riconosciuta a un privato l`erogazione anche di compensi extrabudget e di interessi moratori)».

LE SPESE PER IL PERSONALE Sarà pure un controsenso ma è una (triste) prassi a queste latitudini: aumenta la spesa per il personale del ruolo sanitario (dirigenza medica e sanitaria) a fronte di una diminuzione della forza lavoro. In particolare «si registra un generale aumento delle voci accessorie connesse all`attività assistenziale tipo “prestazioni aggiuntive”, “indennità Adi extraorario” e “straordinario ordinario”. Erogazioni in ordine alla cui legittimità il collegio sindacale non ha fornito le proprie valutazioni». Sotto la lente di ingrandimento ci sono pure dodici stabilizzazioni di lsu/lpu, operate nel 2010, in violazione al «blocco delle assunzioni a cui sono soggetti gli enti del servizio sanitario delle regioni astrette da Piano di rientro».
Ma i problemi maggiori riguardano la duplicazione di unità organizzative presenti nell`Azienda sanitaria. La mancata riorganizzazione ha dato luogo «alla perpetuazione – scrive la Corte dei conti – di ridondanze organizzative, incidenti negativamente sulla funzionalità dell`ente e verosimilmente anche comportanti erogazioni di indennità per incarichi non più necessari». Nel mirino ci sono 147 incarichi di dirigenti di struttura semplice, articolati secondo il vecchio schema antecedente all`Asp quando operavano quattro distinte Asl nella provincia di Cosenza.

PROROGHE E RINNOVI ILLEGITTIMI La Corte dei conti, nella deliberazione depositata nei giorni scorsi, parla inoltre di un quadro di «diffusa e perdurante illegittimità» per gli affidamenti in proroga, rinnovi e affidamenti diretti giustificati «con il riferimento a gare effettuate in anni pregressi, anche remoti». Tutte anomalie che sono state segnalate all`ufficio del commissario per l`emergenza socio-sanitaria e all`assessore regionale alla Sanità. Insomma, al governatore Peppe Scopelliti, che non perde occasione per sottolineare il «cambio di passo» che c`è stato nella sanità calabrese. Certo, se questi sono i risultati, non c`è da stare molto allegri.

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