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Il boss Mancuso regista della faida

VIBO VALENTIA Nella tarda serata di domenica a Nicotera i carabinieri di Vibo Valentia hanno rintracciato e fermato Pantaleone Mancuso, 62 anni, pluripregiudicato, sorvegliato speciale ed esponente…

Pubblicato il: 04/03/2013 – 8:36
Il boss Mancuso regista della faida

VIBO VALENTIA Nella tarda serata di domenica a Nicotera i carabinieri di Vibo Valentia hanno rintracciato e fermato Pantaleone Mancuso, 62 anni, pluripregiudicato, sorvegliato speciale ed esponente di spicco dell`omonima famiglia mafiosa di Limbadi, gravemente indiziato dei delitti di omicidio e tentato omicidio aggravati dalle modalità mafiose. L`operazione è stata condotta dai militari del Nucleo investigativo di Vibo Valentia in collaborazione con quelli della compagnia di Tropea e dello Squadrone eliportato “Cacciatori”.
L`uomo è uno dei protagonisti della faida di `ndrangheta che ha visto contrapposte le fazioni “Patania” e “Petrolo-Bartolotta” di Stefanaconi, fedeli alla storica famiglia Mancuso, e la “Società di Piscopio” dell`omonima frazione di Vibo Valentia. In particolare Pantaleone Mancuso è ritenuto tra i responsabili del tentato omicidio e poi dell`assassinio di Francesco Scrugli il 21 marzo 2012. La vittima, infatti, era uomo di fiducia di Andrea Mantella, figura emergente su Vibo Valentia, in contrasto con la famiglia Lo Bianco e, quindi, con la cosca Mancuso. Scrugli aveva, inoltre, forti legami con il gruppo dei “Piscopisani”, tanto da essere fortemente indiziato dell’omicidio di Fortunato Patania. Secondo l`ipotesi degli inquirenti, «una sua eliminazione avrebbe soddisfatto gli interessi tanto dei Patania quanto dei Mancuso: per i primi sarebbe stata la vendetta per l’uccisione del padre Fortunato, per i secondi avrebbe, invece, determinato la scomparsa di un avversario scomodo, consentendo al clan di estendere nuovamente il proprio dominio sulla città di Vibo Valentia, attesa anche l’attuale detenzione dell’altro loro grande avversario, Andrea Mantella». Una ricostruzione che ha trovato riscontri anche nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Proprio secondo le dichiarazioni dei “pentiti” sarebbe stato lo stesso esponente del clan Mancuso a fornire le armi per gli agguati. Utili si sono rivelate soprattutto le dichiarazioni fatte agli inquirenti dagli esecutori materiali dello stesso omicidio di Francesco Scrugli e di Giuseppe Matina e Davide Fortuna, gli slavi Vasvi Beluli e Arben Ibrahimi, che sarebbero stati al soldo dei Patania.
«Il fermo di Pantaleone Mancuso dimostra che nessuno è invincibile e che il lavoro investigativo, quello serio, produce sempre risultati».  Lo hanno detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli commentando il provvedimento di fermo notificato a Mancuso. Un altro provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro nell`ambito della stessa inchiesta in relazione all`omicidio di Francesco Scrugli, accaduto nel contesto della faida tra i Patania e i Petrolo-Bartolotta, da una parte, e le cosche di  Piscopio dall`altra, non è stato eseguito perché il destinatario, Nunzio Manuel Callà, di 26 anni, risulta da tempo irreperibile.

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