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Teatro dell`Acquario, allegri ma non troppo

COSENZA A distanza di alcune settimane dal grido d’allarme lanciato dal centro Rat sulle sorti del teatro dell’Acquario, si prova a fare il punto sulla situazione. Se da una parte la mobilitazione …

Pubblicato il: 05/03/2013 – 15:34
Teatro dell`Acquario, allegri ma non troppo

COSENZA A distanza di alcune settimane dal grido d’allarme lanciato dal centro Rat sulle sorti del teatro dell’Acquario, si prova a fare il punto sulla situazione. Se da una parte la mobilitazione attorno allo storico teatro cosentino si è rivelata subito massiccia e capillare, dall’altra ancora non si intravedono vie d’uscita che possano mettere al sicuro quel luogo di creatività e cultura.  
Infatti sono migliaia le firme di cittadini raccolte nel corso della petizione online che viralmente invade il web e adesso a dare soccorso alla mobilitazione si muove anche il circuito teatrale europeo. Tuttavia questo sforzo di partecipazione rischia di non essere sufficiente se da parte delle istituzioni non si trova una forma di intervento. Intanto Antonello Antonante, tra le figure di riferimento della struttura dalla storia più che trentennale, annuncia con cautela che forse dal prossimo anno le cooperative teatrali saranno riammesse ai bandi per i fondi europei. Questa notizia, se venisse confermata dalla Regione Calabria, significherebbe una piccola ma molto significativa vittoria. Infatti è da diverso tempo che le cooperative del teatro non sono ammesse ai bandi per attingere alle risorse economiche – si vedano in ultimo le Residenze avviate due anni fa dalla giunta regionale – e questa normativa uccide il teatro, essendo esso essenzialmente costituito da cooperative di artisti e lavoratori.
Ma questo ravvedimento, se mai dovesse giungere davvero, riguarderà il 2014, appuntamento al quale l’Acquario rischia di non arrivare dopo 32 anni di attività e una programmazione purtroppo congelata quanto a stagioni. Per questo i lavoratori del Centro Rat hanno annunciato alcune idee, che potrebbero tirare fuori dalle secche il teatro. Servirebbe, secondo Antonante, una sponda istituzionale, in grado di includere la Fondazione Carime, l’amministrazione comunale, la Provincia e ovviamente la Regione, che resta – per il  ruolo dell’assessore alla Cultura Mario Caligiuri – l’interlocutore principale, anche se assente.
Una cordata di questa natura potrebbe trovare le vie per alimentare il teatro, scongiurandone la chiusura. Esiste anche una seconda ipotesi, quella che Antonante chiama «di azionariato popolare». Si tratta di studiare una soluzione che apra all’investimento di cittadini o associazioni, «perché comunque il teatro dell’Acquario, essendo ormai divenuto patrimonio della comunità per il suo impegno nella città, è da tempo sempre meno del centro Rat e più di chi lo frequenta e lo vuole aperto». Esiste ancora un’altra possibilità per realizzare una stagione teatrale, ed è quella di aprirsi alle proposte culturali che dovessero giungere non solo dalla città, ma anche da fuori. In questo modo l’Acquario diventerebbe un luogo di realizzazione di progetti. A dare forza a queste possibilità, gli artisti e i lavoratori del teatro pensano a un evento culturale, capace di catalizzare l’attenzione e dare vita a una serie di performance. Antonante chiama questa idea Festival all’aperto, e il progetto consisterebbe nell’appropriarsi per un fine settimana dell’ultimo tratto della via dove si affaccia l’Acquario, facendo diventare quella porzione di strada un teatro sotto il cielo, con luminarie la sera e spettacoli no stop.

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