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TRAGEDIA A COSENZA | La comunità islamica non vuole lacrime di coccodrillo

COSENZA La comunità islamica si è stretta attorno alle bare dei tre  sventurati morti nel rogo della casa abbandonata, avvenuto alcuni giorni fa a poca distanza dal centro cittadino di Cosenza. Una…

Pubblicato il: 08/03/2013 – 19:00
TRAGEDIA A COSENZA | La comunità islamica non vuole lacrime di coccodrillo

COSENZA La comunità islamica si è stretta attorno alle bare dei tre  sventurati morti nel rogo della casa abbandonata, avvenuto alcuni giorni fa a poca distanza dal centro cittadino di Cosenza. Una cerimonia rapida, carica di significato, un affidare al loro Dio le anime dei defunti, senza ostentare il dolore che invece traspariva appena dai volti contratti. Le bare sono state portate a spalla, appena fuori dalla sala dove erano state poste e orientate verso la Mecca. Il rito funebre avrebbe previsto una cerimonia più complessa, con il lavaggio dei corpi e la loro chiusura all’interno di tre lenzuola bianche alla fine annodate sul capo e sui piedi. Ma le condizioni dei corpi, carbonizzati nel rogo, non poteva consentire nessuna di queste operazioni. Così, in modo assai poco dogmatico e più pragmatico, l’imam ha poggiato le mani sul pietrisco bagnato dalla fitta pioggerella, come per procedere a una abluzione simbolica e le ha imposte sulle bare, passandole sul legno e  ripetendo il gesto tre volte. Solo dopo, con il piccolo gruppo attorno, l’imam ha salmodiato una preghiera, alzando le mani al cielo e ripetendo assieme ai fedeli “Allah akbar”, Allah è il più grande.
A cerimonia conclusa Amehd Barreou, portavoce della comunità, ha letto un messaggio in italiano, nel quale ha parlato di ipocrisia e lacrime di coccodrillo. Un monito rivolto a una città che pare essersi mossa sotto la frustata emotiva della tragedia. In realtà Cosenza non era molto presente al funerale. Era rappresentata dal sindaco Occhiuto, la cui fascia tricolore spiccava accanto a quella di Giovanni Manoccio, sindaco di Acquaformosa, da tempo impegnato in interventi di reale integrazione tra la numerosa comunità di migranti e i cittadini. Occhiuto, in un breve intervento, ha spiegato le difficoltà che si affrontano nel gestire una situazione di cui non si conoscono bene i confini in termini di estensione, ribadendo però il massimo impegno verso uno sforzo di più concreta accoglienza, mentre un rappresentate della comunità islamica ha ringraziato i presenti e ha reclamato maggiore attenzione verso i deboli di qualunque etnia essi siano.
Pure significativamente presenti erano le associazioni e i gruppi da sempre impegnati nel fornire solidarietà e accoglienza ai migranti. L’Oasi francescana era rappresentata dal suo direttore, Pasquale Perri, ma a pochissima distanza era seduto padre Fedele, che dell’Oasi è stato il fondatore.
Tra i presenti pure i figli di una delle vittime, una giovane donna e un ragazzo, che essendo al momento detenuto era sotto la stretta sorveglianza di quattro agenti di polizia penitenziaria. Lentamente e sotto la pioggia la piccola folla si è sciolta in gruppetti, mentre domani nella Cattedrale si terrà un altro rito religioso, officiato dal vescovo di Cosenza, monsignor Nunnari. E per domani il sindaco Occhiuto ha proclamato il lutto cittadino.
Così tre persone, vissute da invisibili e uccise dalla miseria, da morte sono diventate argomento di cronaca.

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