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Vendita Gdm, il Comitato: «Si facciano avanti gli imprenditori locali»

REGGIO CALABRIA Un appello all`imprenditoria locale e alla politica e, allo stesso tempo, un interrogativo rivolto al curatore fallimentare della Gdm, Carmelo Parrinello. E` questo il contenuto di …

Pubblicato il: 09/03/2013 – 12:13
Vendita Gdm, il Comitato: «Si facciano avanti gli imprenditori locali»

REGGIO CALABRIA Un appello all`imprenditoria locale e alla politica e, allo stesso tempo, un interrogativo rivolto al curatore fallimentare della Gdm, Carmelo Parrinello. E` questo il contenuto di una nota diffusa agli organi di stampa dall`avvocato Vito Scarnallo, portavoce del comitato “salviamo Gdm”. Il futuro del gruppo attivo nel settore della grande distribuzione, con diversi punti vendita nella città di Reggio Calabria e oltre cento dipendenti, torna ad essere quindi argomento al centro dell`attenzione dopo la mancata aggiudicazione delle attività commerciali a nuove imprese, a seguito della pubblicazione di un bando. Nella parte in cui il comitato si rivolge alla politica, la premessa riguarda l`origine extraregionale di alcune figure che sono parti in causa.     
«Il messinese commissario Parrinello – afferma Scarnallo -, infatti, sta adesso trattando la cessione dell’azienda con l’imprenditore Bonina, il quale, ma solo per un caso, è originario della stessa provincia. Non c’è che dire: nel derby della grande distribuzione i “cugini” peloritani potrebbero avere la meglio sull’imprenditoria calabrese e reggina. E su questo vorremmo sapere qual è la posizione della classe politica della nostra Regione, di destra e di sinistra, che ha il dovere di tutelare l’imprenditoria locale e soprattutto i livelli occupazionali messi a rischio dal crack della Gdm: centinaia di lavoratori aspettano di conoscere il loro futuro e sono stufi di lasciare l’avvenire dei loro figli in una situazione di incertezza inaccettabile».
Coinvolta la politica, ma anche l`imprenditoria. «Al tempo stesso – prosegue infatti la nota -, chiediamo agli imprenditori reggini di farsi avanti e contribuire ciascuno a salvare un pezzo della Gdm, sperando che tutti o almeno la maggior parte possibile dei punti vendita possa riprendere a funzionare al più presto. E’ un patrimonio della città che ha già visto diminuire e di molto il suo valore, ma che non possiamo assolutamente perdere o svendere». Il fulcro del ragionamento del rappresentante del comitato, però, ruota intorno all`esito della gara pubblica disposta dal Tribunale.
«Le cronache riportate negli ultimi giorni – conclude la nota – non hanno spiegato che il bando per la cessione dell’intera azienda Gdm è andato deserto. Una sola offerta, quella del gruppo Bonina, sembrava essere stata tempestivamente depositata, ma una volta aperta la busta, si è appreso che essa esplicitamente non intendeva rispettare i requisiti richiesti dall’amministrazione straordinaria. Si trattava infatti di una sorta di “controfferta” con caratteristiche molto diverse da quelle previste dal bando. Tant’è che il professor Parrinello ha dovuto urgentemente chiedere al ministero dello Sviluppo economico l’autorizzazione ad avviare una libera trattativa privata con lo stesso Bonina. Dal momento che Bonina non ha fatto alcuna offerta vincolante ai sensi del bando né si è impegnato realmente all’acquisizione dell’intera azienda, si è aperta una fase di trattative private libere, dove non c’è alcun diritto di esclusiva e ogni imprenditore può presentare offerte anche relative ad un singolo ramo di azienda. Pertanto il famoso “spezzatino” che i sindacati tanto avversano è diventata di fatto l`unica possibilità che possa evitare il fallimento». Gdm rischia quindi di essere smembrata, fatto che porta il comitato a chiedere agli imprenditori di “approfittare” di questa evenienza, cercando di lasciare a Reggio Calabria quanto più sarà possibile.  
«E allora, ci domandiamo e domandiamo al commissario – conclude il portavoce -, perché non è stato detto che il bando è andato deserto, mettendo i sindacati davanti alla scelta fra fallimento o “spezzatino” e dichiarare aperta a tutti una fase di trasparente trattativa privata nella quale qualsiasi imprenditore con i dovuti requisiti possa presentare un’offerta per tutti o per parte dei rami d`azienda della Gdm? Non vorremmo che qualcuno, qui, stesse giocando al “tanto peggio tanto meglio”. Non vorremmo che l’unica conclusione di questa complessa operazione che si svolge sulla pelle della città e dei lavoratori sia la svendita della Gdm a un grosso imprenditore che sceglierà cosa prendere, cosa scartare e che prezzo pagare soltanto per quello che avrà ritenuto conveniente prendere».

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