LAMEZIA TERME Il Ponte sullo Stretto di Messina non si farà più. Eppure continuano a essere spesi soldi in nome dell`opera faraonica. Come gli oltre 450mila euro per realizzare una “piattaforma informatica per la selezione del personale da impiegare nei lavori pubblici del Ponte sullo Stretto di Messina”. Il portale “Open Coesione” del ministero della Coesione Territoriale – come riporta Antonello Mangano in un servizio apparso sull`edizione on line di MicroMega – afferma invece che sono stati spesi circa 300mila euro, pari all’80% dell’importo. E che l’ultimo pagamento incassato è dell’ottobre 2012.
I soldi del progetto calabrese servono a pagare gli esperti esterni («tra le risorse umane dell’Azienda non sono presenti le professionalità necessarie») ed elaborare e diffondere i dati. La “partecipazione privata”, si legge nella scheda pubblicata negli open data, è pari a zero. Il progetto doveva terminare il 31 dicembre 2015. Tra gli obiettivi, la “formazione del personale”, ovvero maestranze residenti in Calabria e selezionate con la piattaforma informatica “Desk”. Mai realizzata, ovviamente. Il coordinatore del progetto, tale Alfredo Iatì, 38 anni, ha già incassato un compenso lordo di 58mila euro per un incarico da giugno a dicembre 2011. Il progetto è gestito da “Calabria Lavoro”, un ente sub-regionale da alcuni anni commissariato, – nato per «assistere la Regione nelle funzioni di normazione, programmazione, indirizzo, coordinamento, vigilanza, controllo e verifica», come si legge alla voce “mission” del sito ufficiale.
Ma a finire sotto la lente di ingrandimento di MicroMega sono anche altri progetti finanziati da “Calabria Lavoro”. «Trecentomila euro – si legge sempre nel servizio di Mangano – sono andati alla concessionaria Mercedes di Cosenza per formazione e servizi al personale. Trentamila a una ditta che produce salvagenti e attrezzi per la nautica sull’Aspromonte. Infiniti finanziamenti a pioggia. Quasi 170mila euro l’anno per il festival “Vacanze piccanti nel Tirreno Cosentino”. E poi centinaia di migliaia di euro a centri commerciali e alberghi. La motivazione è sempre la stessa: “Aiuti alle imprese”».
Per non parlare poi dei 500mila euro versati alla Leonia, la società che gestisce i rifiuti di Reggio Calabria, che a breve sarà sciolta dopo l`informativa antimafia interdittiva emessa dalla Prefettura di Reggio nei confronti del socio privato della Leonia, la Calabria Agenda Ambientale.
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