CATANZARO Per Guccione, Trematerra dovrebbe dimettersi. E l`assessore, per tutta risposta dà al consigliere dell`ignorante. La storia è quella delle indennità di risultato ai dirigenti dell`Arssa, che tiene banco da un paio di giorni. E Trematerra replica alla richiesta di dimissioni con toni aspri: «È imbarazzante verificare la profonda ignoranza in materia amministrativa di chi si è candidato alla guida di una Istituzione Pubblica quale quella regionale. Ma ancora di più lo è se volta, per mera miopia di speculazione politica, a intaccare diritti costituzionalmente tutelati quali quelli del lavoro. Il consigliere Guccione dovrebbe sapere che si sta parlando di diritti tutelati dalle norme sul pubblico impiego, che prevedono per i dirigenti tre voci tabellari, una riferita allo stipendio base, che viene versato in 13 mensilità, una riferita all’indennità di posizione, che viene versata in 13 mensilità e una, definita indennità di risultato, che viene versata una volta nell’anno. È chiaro che tutte queste voci debbono trovare copertura nelle previsioni di bilancio, che per l’Arssa si circostanziano in delibere commissariali, avendo il centrosinistra posto in liquidazione l’Ente per poi abbandonarlo in riva al fiume». A questo punto, l`assessore chiede a Guccione: «Chi fissa questi importi? Come funziona il meccanismo di aggancio della dirigenza Arssa ai valori tabellari? Spero la risposta non sia di troppo difficile comprensione! Sono valori negoziati a livello centrale per tutta la dirigenza del comparto enti locali, cui anche l’Arssa, in quanto Agenzia Regionale, deve adeguarsi. Ma vorrei ricordare che è così da sempre, è la legge, quella della Repubblica Italiana non quella dell’assessore Trematerra».
Non finisce qui, perché Trematerra, spiegando che «chi mente è il consigliere Guccione», ribadisce «che nessun dirigente dell’agenzia ha percepito l’indennità di risultato per gli anni 2011 e 2012. Indennità di cui, però, non si nega il diritto, e che il centrosinistra ha sempre regolarmente versato. Pur essendo (l`Arssa, ndr) in liquidazione». Dunque, i premi non sono stati erogati. Ma sul principio non c`è dubbio: andavano previsti, così come «le indennità di produttività riconosciute all’intero monte dei dipendenti Arssa, essendo anch’essi in liquidazione. Per me si può discutere, ma sarebbe bene che il consigliere Guccione facesse un passaggio preventivo con le forze sindacali, e provare lui a capire da queste se è possibile azzerare un diritto contrattualmente previsto».
Poi Trematerra si sofferma sul bilancio dell’Agenzia: «Non posso sottacere che al mio insediamento l’Arssa aveva dotazioni finanziarie oscillanti tra 52 e 44 milioni di euro, proprio negli anni in cui la sua (di Guccione, ndr) parte politica aveva la gestione. Per il 2013 in bilancio sono previsti 32,5 milioni. Caro Guccione, come sa bene, è difficilissimo fare voti tagliando circa 20 milioni di euro (cioè un quarto della sua dotazione) a un ente; proprio in quell’ ottica di razionalizzazione e contenimento delle spese sulla quale non possiamo accettare lezioni proprio da quella parte politica che queste spese aveva creato».
x
x