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E i grillini "minacciano" la Procura di Reggio

REGGIO CALABRIA Lo tsunami grillino rischia di travolgere tutto, perfino la Procura di Reggio Calabria. I segni annunciatori della rivoluzione… giudiziaria ci sono tutti, ma per il momento restan…

Pubblicato il: 16/03/2013 – 18:35
E i grillini "minacciano" la Procura di Reggio

REGGIO CALABRIA Lo tsunami grillino rischia di travolgere tutto, perfino la Procura di Reggio Calabria. I segni annunciatori della rivoluzione… giudiziaria ci sono tutti, ma per il momento restano anonimi. «Grazie Cafiero. Arrendetevi, siete circondati»: la frase appare sulla parete di un ascensore del Cedir, scritta molto probabilmente da un sedizioso militante movimentista, o quanto meno da un simpatizzante della nuova creatura politica italiana. Di certo da qualcuno che vede l`arrivo del nuovo procuratore capo – Federico Cafiero De Raho – come una sorta di liberazione. 
A riportare l`insolito – per modalità e luogo – “avvertimento” è il giornalista del Sole 24ore Roberto Galullo, in un post del suo blog, Guardie e ladri. L`incipit è tagliante ed evocativo: «Per dire… per dire il clima che si vive a Reggio Calabria…». Ed è con ironica provocazione che il cronista traccia la linea del suo racconto: «Ora – evidentemente eludendo la rigidissima sorveglianza del Cedir, alla quale nulla sfugge tanto che mesi fa vennero trovati biglietti di minacce ai pm sui tergicristalli del parcheggio interno (il riferimento è a un`intimidazione ai danni del sostituto procuratore Giuseppe Lombardo, ndr) – i grillini (o squallidi imitatori) sono riusciti a fare irruzione nel Palazzo probabilmente travestiti da pony express o da cactus giganti e hanno scritto, meno di 48 ore fa, una frase in inchiostro nero sullo stesso identico ascensore che trasporta su e giu per il Palazzo magistrati e personalità blindate (al momento in cui scrivo ignoro se una mano pietosa abbia cancellato la frase)». La “minaccia”, riadattata alla situazione e alla Procura reggina, è quella resa celebre dal “portavoce” e leader del M5s. Certo, fa una certa impressione vederla riportata nel luogo simbolo della giustizia in riva allo Stretto. Galullo sottolinea con sagacia che «c’è da capire non tanto chi l’ha scritto – forse Grillo in persona travestito da Barbapapà – quanto chi sarebbero i personaggi “circondati” e destinati a cadere come parte della vecchia politica è caduta sotto i colpi della carica grillesca. Per dire…Per dire il clima che si vive a Reggio Calabria…».
Di sicuro l`arrivo di De Raho è stato atteso «come Santa Romana Chiesa ha atteso l`arrivo del nuovo Papa», insiste il giornalista del Sole. A cui non sfugge un precedente, ancora una volta riportato da quelle pareti di quello stesso ascensore: «Già nei mesi scorsi – dico…una vita fa – nell’ascensore riservato ai magistrati della Procura nel Palazzo Cedir era apparsa la seguente scritta: «Schettino abbandona il mozzo resta». Vai tu a capire chi è quell’idiota che è andato a scrivere una cosa del genere e soprattutto a chi si riferiva. Per la cronaca, infatti, la frase sacrilega ha mandato su tutte le furie le eminenze grigie della magistratura – giustamente dico io – che si stanno ancora interrogando su chi fossero i destinatari di quella che, diciamolo chiaramente, è un’intollerabile insolenza.
Qualche mese dopo una mano da mozzare ha aggiunto un “va” al verbo e così la frase divenne: «Schettino abbandona il mozzo restava». Stesso rovello tra gli “illuminati”: ma con chi ce l’avranno mai?». Già, con chi ce l`avranno mai gli anonimi grillini della Procura di Reggio? (0040)

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