La “salvaprecari” è una nuova legge regionale. La cosiddetta “Gentile-Chiappetta”, che punta a stabilizzare i circa mille lavoratori a tempo determinato della sanità, è stata approvata con i voti della maggioranza di centrodestra. Astensione da parte dell’opposizione di centrosinistra, con l’unica eccezione di Rosario Mirabelli, che ha dato il suo voto favorevole al provvedimento. Ma nel corso del pomeriggio la battaglia dialettica tra le varie anime del Consiglio è stata particolarmente accesa, con la minoranza che ha chiesto a gran voce di conoscere il parere dell’ufficio legislativo di Palazzo Campanella sulla norma presentata in aula da Nazzareno Salerno (Pdl).
In particolare, i dubbi avanzati dal centrosinistra hanno riguardato i possibili rilievi che la Consulta potrebbe avanzare nei confronti della nuova legge regionale. Nel recente passato, altri due provvedimenti a favore dei precari della sanità sono stati infatti cassati dalla Consulta per illegittimità. A parere della maggioranza, però, gli emendamenti integrativi apportati al nuovo testo dovrebbero consentire di eludere le forche caudine della Corte costituzionale. Assicurazioni che non convincono affatto i rappresentanti delle forze d’opposizione, che hanno dapprima chiesto un rinvio dell’approvazione per ulteriori approfondimenti, e in seguito hanno deciso di astenersi al momento della votazione.
Secondo Salerno il testo è stato «oggetto di vari approfondimenti per evitare possibili impugnative della Consulta. Questa legge darà un segnale forte in un comparto dove registriamo grandissimi problemi». Gianpaolo Chiappetta – uno dei promotori della legge -, nell’illustrare i due emendamenti aggiuntivi rispetto al ddl originario, ha motivato le modifiche con le ultime direttive nazionali «che hanno reso possibile l`allargamento anche ad altre categorie professionali». «Gli emendamenti – secondo il capogruppo pdl – vanno nella direzione della legge per la stabilizzazione approvata dal centrosinistra nel 2009».
Il neoconsigliere Demetrio Naccari Carlizzi concorda sulla necessità di trovare una soluzione per i precari del comparto ma – a suo parere – sarebbe stata opportuna una più attenta valutazione della legge al fine di non incorrere nuovamente nei “niet” della Consulta. L’ex assessore regionale ha chiesto di conoscere il parere dei dirigenti dei vari dipartimenti della Regione e quello dell’ufficio legislativo del Consiglio. Ma Naccari Carlizzi ha anche invitato il governatore e commissario ad acta alla Sanità, Peppe Scopelliti («il nostro rappresentante al Tavolo Massicci»), a intervenire sulla questione e a rendere pubblica la sua posizione sulla nuova misura presentata dalla maggioranza. Richieste inevase, perché il presidente della Regione ha preferito non esprimere la sua posizione in aula.
Sulla stessa lunghezza d’onda di Naccari Carlizzi anche il capogruppo del Pd, Sandro Principe, che ha motivato l’astensione come «sensibilità verso i problemi di questi lavoratori» ma anche con la volontà di cercare «provvedimenti che rispettino i dettami della Corte costituzionale».
Astensione anche da parte di Mario Maiolo (Pd) – autore di una controproposta legislativa per la stabilizzazione dei precari -, che avrebbe preferito un nuovo passaggio in commissione per «ulteriori approfondimenti» prima dell’approvazione della salvaprecari. Molti i dubbi espressi da Carlo Guccione, che ha chiesto di conoscere i costi aggiuntivi derivanti dalla nuova legge e di sapere se «esiste la relativa copertura finanziaria». Dello stesso avviso anche Nino De Gaetano, per il quale è necessario «trovare una soluzione che non lasci spazio a un’altra bocciatura» da parte della Consulta. Pragmatico Alfonso Dattolo (Udc), che paventa il rischio di possibili contenziosi avviati dai lavoratori precari. Per questo – a suo avviso – è quanto meno opportuno che «il Consiglio dia risposte» immediate.
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