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«Fare luce sulla morte di Madalina»

REGGIO CALABRIA Una messa per ricordare, una fiaccolata per esprimere dolore e sdegno, un`assemblea per riflettere e informare: sono passati sei mesi dalla sera del 21 settembre in cui Madalina Pav…

Pubblicato il: 20/03/2013 – 18:48
«Fare luce sulla morte di Madalina»

REGGIO CALABRIA Una messa per ricordare, una fiaccolata per esprimere dolore e sdegno, un`assemblea per riflettere e informare: sono passati sei mesi dalla sera del 21 settembre in cui Madalina Pavlov è stata ritrovata senza vita in una via del centro di Reggio Calabria, ma la famiglia continua a non rassegnarsi a una morte forse troppo frettolosamente bollata come suicidio.  
Domani, la madre Agafina Cutulencu, il suo legale Giuseppina Iaria e il consulente di parte Ivan Macella, hanno deciso di ricordarla, non solo in chiesa, ma anche per le vie della città che l`ha vista crescere e morire, incontrando i cittadini di quella Reggio che la ventunenne di origine rumena sentiva sua. E che mai – sostiene la famiglia – avrebbe lasciato con un gesto drastico come il suicidio. «Era una ragazza piena di vita, con dei programmi e dei progetti – dicono di lei  amici e parenti – non si sarebbe mai e poi mai suicidata. Non era da lei».  E forse è anche per la determinazione con cui  la madre, assistita dall’avvocato Iaria, e il fratello e la sorella, assistiti dall’avvocato Demetrio Scarlata, continuano a sottolineare la necessità di fare luce su quanto successo quella notte in via Bruno Buozzi, che le indagini proseguono. Sul tavolo del pm Catanati il fascicolo su Madalina è ancora aperto.  «Non abbiamo creduto neanche un secondo all’ipotesi del suicidio e non ci crediamo neanche adesso», affermano con certezza assoluta parenti e amici. 
Eppure, quella è stata la prima ipotesi che investigatori e inquirenti hanno formulato quando hanno rinvenuto il corpo della ragazza riverso in strada. Allertati da due ragazzi appena usciti dalla palestra adiacente al palazzo, i carabinieri sono immediatamente accorsi sul posto. Erano circa le venti e trenta di un venerdì di un’estate finita sulla carta ma ancora torrida, via Bruno Buozzi è in pieno centro. Ma nessuno sembra aver assistito al tragico volo di Madalina. Sul posto però – si scoprirà nel corso dei mesi –  oltre ai due sportivi, sarebbero passate almeno altre tre persone prima che arrivassero gli investigatori.
Sulle indagini vige il più stretto riserbo, ma pare che presto potrebbero essere sentiti alcuni testimoni. Troppi gli interrogativi su questa morte. In primo luogo, Madalina era sola? Qualcuno ha visto la ragazza all’ultimo piano del palazzo da cui si ipotizza sia volata giù? 
Questa è stata la prima ipotesi degli inquirenti, che lì hanno trovato una chiave di accesso al terrazzo condominiale, supponendo che Madalina l’avesse con sé. Eppure quando, non più tardi di  qualche settimana fa, sono tornati nello stabile per fare nuovi rilievi, consulenti e tecnici della Procura e delle parti non si sono limitati a salire in terrazza. Anche dalla strada, è stato possibile vedere chiaramente i periti effettuare misurazioni anche sul balcone del quarto piano del palazzo. Verifiche che sembrano suggerire che al vaglio degli inquirenti ci sia anche l’ipotesi che Madalina non sia morta volando dal sesto piano, ma dal balcone di uno degli appartamenti dello stabile.
Quella sera la ragazza indossava degli stivali estivi, alti fino a metà polpaccio e dalla calzata stretta, eppure uno dei due è stato trovato lontano dal corpo. Anche un calzino è stato trovato poco distante. Sul corpo della ragazza poi, sarebbe stata ritrovata della sabbia. Ancora, l’auto su cui Madalina sarebbe  precipitata  di schiena – stando ad alcune fonti – non sarebbe stata troppo danneggiata, eppure un corpo che cade dal sesto piano  avrebbe dovuto lasciare segni più profondi, in base all’elementare legge fisica che vuole che maggiore è l’altezza, maggiore è l’energia rilasciata nell’impatto. Tutte variabili che forse i nuovi rilievi potranno chiarire.
Le indagini proseguono a trecentosessanta gradi. Tra le mani di investigatori e inquirenti ci sono anche elementi nuovi che potrebbero rivelarsi utili alle indagini, come l’agenda di Madalina, che la sorella Elena ha ritrovato nell’appartamento che dividevano. Un’agenda in cui sarebbe appuntato anche il numero di un uomo, indicato solo come “Tsunami”. Potrebbe essere la persona che la ragazza frequentava nell’ultimo periodo.
E mentre la famiglia sembra chiedere alla città di stringersi attorno ad una tragedia troppo grande perché rimanga senza soluzione, le indagini vanno avanti, nel tentativo di ricomporre il quadro di una morte assurda. Infinite tessere di  un mosaico che sembra stentare a ricomporsi e presenta ancora troppi buchi. (0090)

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