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Natalino e il pericolo passato: «Ora voglio tornare in campo»

LAMEZIA TERME La grande paura è passata, adesso il ritorno in campo di Felice Natalino potrebbe essere davvero vicino. La giovane promessa del calcio calabrese era stato colpito lo scorso febbraio …

Pubblicato il: 22/03/2013 – 17:47
Natalino e il pericolo passato: «Ora voglio tornare in campo»

LAMEZIA TERME La grande paura è passata, adesso il ritorno in campo di Felice Natalino potrebbe essere davvero vicino. La giovane promessa del calcio calabrese era stato colpito lo scorso febbraio da una crisi cardiaca improvvisa, mentre si trovava nella sua casa di Lamezia. Un`aritmia che ha reso necessario un immediato intervento chirurgico e il conseguente stop alla sua carriera con la maglia del Crotone. Una brusca battuta d`arresto per un talento cristallino che aveva fatto il suo esordio in Champions league a soli 18 anni, con l`Inter.
In seguito al malore, Natalino è stato ricoverato in ospedale a Catanzaro e subito dopo trasportato d’urgenza al San Raffaele di Milano, dove è stato operato con successo. Poi il ritorno a casa, in Calabria, per la convalescenza. A metà aprile Natalino dovrà effettuare la visita di controllo che stabilirà quando potrà riprendere la sua attività agonistica.
Alessandro Russo, giornalista de La gazzetta dello sport, ha sondato i suoi umori e le speranze, ora che il peggio è passato.
Per il momento Natalino sta studiando, è iscritto alla Facoltà di giurisprudenza di Catanzaro: «Basta questo, la materia che ho scelto per i miei studi non è tra le più facili e mi impegna molto», spiega il giovane calciatore, che confessa di aver sempre avuto problemi di aritmia, «ma nel maggio scorso, mentre ero al Crotone, si sono evidenziati nuovamente. Dovevo sostenere la visita medica per l’idoneità sportiva, mi trovavo a Roma a Villa Stuart e l’ho fatta lì. Gli esami hanno palesato un problema di aritmia cardiaca. I medici del Coni mi hanno fermato dopo aver visionato le carte degli esami; quindi ho effettuato altri accertamenti a giugno prima dell’idoneità che hanno portato allo stop».
Eppure, prima del malore, Natalino non aveva mai avvertito niente di anomalo, «nessun fastidio, sono stato male un giorno, quello del ricovero e poi gli ultimi due prima dell’intervento a Milano. Da un lato è stata una storia triste, dall’altra sono stato fortunato ad affrontare subito il problema. Già prima di questi episodi però sapevo che mi sarei dovuto sottoporre all’ablazione».
L`Inter, malgrado l`inattività forzata, non l`ha abbandonato: «Ringrazio la società, hanno fatto tutto loro per gli accertamenti clinici prima dell’operazione. Moratti mi ha mandato i saluti dopo l’intervento, ho ricevuto le telefonate di Cordoba e Zanetti, Ausilio mi chiamava spesso. Seguo l’Inter, è un periodo difficile per la squadra, ma il gruppo è forte e la ruota deve girare: si rifaranno, l’obiettivo è risalire». La maglia nerazzurra significava vivere il grande calcio: «La serie A era il sogno da bambino, c’ero quasi riuscito, nel piccolo posso dire di esserci riuscito lo stesso. L’esordio col Parma a San Siro, il tecnico era Benitez, una sensazione unica, coronare quello che hai sempre avuto in testa da piccolo. All’epoca avevo 18 anni, c’era mio padre in tribuna, tutto da incorniciare. In Champions invece, perdevamo due a zero a Brema, c’era meno tensione agonistica, ma entrare al posto di Zanetti è stato indimenticabile».
Nessuno è più grande del capitano dell`Inter, almeno secondo Natalino: «I miei compagni sono tutti d’esempio, come caratteristiche sono un difensore centrale, adattato a terzino sulla destra, un tipo duttile. Per ruolo e attitudine potrebbero essere Ranocchia o Zanetti i miei punti di riferimento ideali, ma nessuno è come Zanetti…».
Il futuro del giovane calciatore è però ancora incerto. Lui spera di riprendere al più presto una carriera che annunciava grandi traguardi: «Sono sereno e ringrazio tutti quelli che mi sono stati accanto, spero di riprendere ad allenarmi, giorno per giorno e vedremo poi come va a finire. Sono ancora sotto contratto con l’Inter fino al 2014, ma non mi illudo, non voglio illudermi: se tornerò a giocare sarò contentissimo, ma sarei felice lo stesso anche se dovessero dirmi di non poter giocare più. Ora sto bene a livello di salute, ho una famiglia e la fidanzata accanto, non mi manca niente. Il calcio è una cosa bella, ma non è tutto nella vita. Ho avuto tantissima paura, sarei un ipocrita a dire il contrario…». (0040)

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