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Allarme rosso a Reggio Violato l`archivio della Dda

Forse non hanno portato via nulla. Forse… Forse era solo un atto dimostrativo. Forse… Sta di fatto che qualcuno ha fatto irruzione, senza incontrare soverchie difficoltà, dentro l`archivio dell…

Pubblicato il: 23/03/2013 – 13:07
Allarme rosso a Reggio Violato l`archivio della Dda

Forse non hanno portato via nulla. Forse… Forse era solo un atto dimostrativo. Forse… Sta di fatto che qualcuno ha fatto irruzione, senza incontrare soverchie difficoltà, dentro l`archivio della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria dove finiscono i fascicoli contenenti i cosiddetti “atti relativi”; i fascicoli delle pratiche archiviate e i fascicoli con le cosiddette “intercettazioni preventive”, quelle finalizzate alla ricerca dei latitanti o alla prevenzione di reati di estrema gravità.
Qualcuno, in sostanza, ha avuto libero accesso all`archivio più delicato all`interno di quello che dovrebbe essere un ufficio tutelato dalla massima sicurezza visto che si occupa di contrastare quella che a parole viene indicata come la più pericolosa forma di criminalità organizzata ma, nei fatti, viene snobbata da sempre maggiori e per nulla disinteressate “disattenzioni istituzionali”.

IL FATTO Martedì scorso alcuni funzionari segnalano al procuratore reggente, Ottavio Sferlazza, che c`è stato un accesso “clandestino” all`interno dell`archivio “Atti relativi”. Ufficio che è collocato al quinto piano del Cedir nell`ala destinata agli uffici giudiziari. La Procura della Repubblica occupa anche il sesto piano, dove sono allocati gli uffici dei magistrati e le principali cancellerie, nonché il registro generale.
Al quinto piano, invece, pochi uffici e molti archivi, tra questi quello “visitato” probabilmente nel corso dell`ultimo weekend. Chi vi ha fatto ingresso non ha certo badato a nasconderlo. I “visitatori” hanno forzato una serratura, peraltro di quelle tipiche degli uffici “normali” e poi ha anche lasciato aperte alcune porte d`accesso.

LA SEGNALAZIONE Avuta una relazione di quanto accaduto, il procuratore reggente ha avviato le indagini che sono ora affidate a carabinieri e polizia di Stato. Inoltre, come sempre “a babbo morto”, da martedì anche il quinto piano del Cedir è piantonato dai carabinieri, cosa che solitamente viene riservata solo al sesto piano, dove come detto hanno i loro uffici i magistrati sia della Direzione antimafia che della procura ordinaria. Come dire si tutelano le persone, il che è giusto, ma le “carte” possono essere lasciate quasi incustodite.
Gli inquirenti tendono ad escludere che siano stati portati via fascicoli e carte da quei delicatissimi archivi, ma aspettano che siano i cancellieri e i magistrati che vi stanno lavorando a fornire la certezza che non c`è stato alcun “prelievo” dagli archivi in questione. «È questo – spiega un magistrato della Dda – un lavoro delicatissimo e che potrebbe durare a lungo. Lo è per via del fatto che mentre è abbastanza facile controllare, attraverso i registri, la mancanza o meno di un fascicolo (ma comunque parliamo di migliaia di faldoni), ben più difficile per non dire arduo, è verificare se dall`interno di qualche fascicolo siano stati portati via atti o documenti».

LE IPOTESI INVESTIGATIVE Partono dall`unico dato certo: chi ha fatto irruzione negli archivi della direzione antimafia conosceva bene luoghi e misure di sicurezza. Probabilmente era anche in possesso delle chiavi, quantomeno di quelle d`accesso al quinto piano. Poi si opera dentro un ventaglio di alternative: cercava delle carte ben precise? Aveva la necessità di far sparire atti prima dei cambiamenti ormai prossimi al vertice della Dda? Voleva mandare un messaggio e quindi non ha prelevato nulla, limitandosi solo a rendere evidente il suo “passaggio”?

L`INCHIESTA Attualmente è lo stesso procuratore reggente a coordinare le investigazioni. Uomini della scientifica hanno raccolto tracce e prelevato impronte, scattato fotografie e condotto rilievi sulle porte d`accesso. Si spera che un qualche aiuto possa anche venire dalle telecamere a circuito interno ma non  pare che vi siano grosse certezze sul punto ed anche questo, se confermato, apparirebbe alquanto singolare. (0040)

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