La stampa riporta che il Comitato regionale dell’Udc, giorno 22 marzo, avrebbe votato a maggioranza un documento politico che, nel riconfermare la fiducia al segretario regionale Gino Trematerra, traccia la rotta futura del partito.
Da componente del Comitato regionale, presente in occasione dei lavori, ho registrato un acceso e profondo dibattito sulle motivazioni che hanno determinato la perdita, a livello regionale, di oltre il 50% dei consensi in occasione delle consultazioni politiche dello scorso mese. La riflessione, accurata ed autocritica, avrebbe dovuto portare a ricostruire l’unità del partito, attraverso il ripristino delle regole democratiche, con una conferenza politica che affrontasse i problemi del territorio, coinvolgendo i quadri dirigenti, gli iscritti e i cittadini sui problemi reali del paese e sulla funzionalità del partito.
La collegialità delle decisioni, la nomina dell’esecutivo regionale, il congresso provinciale di Reggio Calabria, il ripristino delle sezioni, permangono elementi indispensabili per rilanciare il partito e ricreare le condizioni per poter ripartire, con proposte costruttive ed un progetto comune attraverso i valori e gli ideali dei moderati e dei cattolici impegnati in politica.
Invece, dopo un dibattito durato oltre cinque ore, ho assistito alla lettura di un documento preconfezionato che non conteneva alcuna autocritica sulla attuale situazione, anzi assolveva la classe dirigente da qualsiasi responsabilità in merito allo scarso risultato ottenuto.
Peraltro, le giuste riflessioni poste da alcuni componenti sul contenuto del documento e sulla necessità di un ulteriore approfondimento venivano disattese dal presidente del Comitato regionale Manti e dal segretario regionale Tematerra i quali decidevano, in modo incomprensibile, di mettere il documento a votazione senza alcuna interlocuzione in merito al contenuto dello stesso.
Il sottoscritto, a questo punto, era costretto, appellandosi alle regole statutarie, a chiedere la verifica del numero legale, attesa l’assenza di gran parte dei delegati al Comitato regionale, per cui nessun documento avrebbe potuto essere votato e, conseguentemente, approvato.
Si assisteva, invece, alla illegittima approvazione del documento senza alcuna votazione formale con l’immediato scioglimento della riunione.
Di fronte a tali atteggiamenti, gli iscritti e i dirigenti si sentono profondamente offesi e delusi dal comportamento poco democratico e personalistico con il quale si intende condurre il partito, senza alcuna interlocuzione circa le scelte da affrontare, con serietà e responsabilità, ai vari livelli.
L’Udc avrebbe grandi potenzialità e le sue idee sono forti e radicate nel territorio, per cui la sconfitta elettorale è da ricondurre soprattutto al mancato coinvolgimento degli iscritti alla vita del partito ed alle sue scelte.
Nascondere la testa sotto la sabbia e fare finta di nulla, perseverando in una gestione personalistica, non può più rispondere alle moderne esigenze della società ed al rilancio del protagonismo politico dell’Udc. Riprendere il percorso non può più significare individualismo ma, con senso di umiltà, responsabilità e serietà, coinvolgere tutte le anime del partito valorizzando ogni singolo apporto per costruire un nuovo progetto che dia risposte concrete ad una società solidale e più giusta.
*Componente comitato regionale Udc
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