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Processo Fallara, Nucera: chiamato per rimettere ordine ai conti

REGGIO CALABRIA «Dopo le mie dimissioni, il governatore mi ha chiamato e mi ha chiesto semplicemente di rivedere la mia decisione perché ero l’unico nelle condizioni di assumere il governo dell’uff…

Pubblicato il: 26/03/2013 – 0:33
Processo Fallara, Nucera: chiamato per rimettere ordine ai conti

REGGIO CALABRIA «Dopo le mie dimissioni, il governatore mi ha chiamato e mi ha chiesto semplicemente di rivedere la mia decisione perché ero l’unico nelle condizioni di assumere il governo dell’ufficio di Ragioneria. Raffa era presente a quell’incontro ma semplicemente per adesione». È con la supponenza che caratterizzerà tutta la sua deposizione che Carmelo Nucera, il funzionario chiamato a sostituire Orsola Fallara alla guida della Ragioneria dopo la sospensione della dirigente disposta dal sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa, ripercorre quei mesi passati al timone del fondamentale ufficio del Comune di Reggio Calabria. Ma è soprattutto con assoluta nonchalance che Nucera informa la pm Sara Ombra e il Tribunale di una circostanza mai emersa nei numerosi interrogatori cui è stato sottoposto: era stata la stessa Fallara a chiedergli di sostituirlo.

L`ETERNO SINDACO Rilassato, quasi stravaccato sul banco dei testimoni che il prossimo 18 aprile – o almeno così ha annunciato uno dei suoi legali, Marco Panella – ospiterà il governatore Giuseppe Scopelliti, Nucera spiazza la pm e fa imbestialire il Tribunale, con una testimonianza che non fa che glissare sui punti fondamentali. Ma Nucera è tranquillo e – serenamente – racconta come sia stato l’ex sindaco divenuto governatore a chiedergli – se non imporgli, suggerisce nella sua ricostruzione il sostituto – di tornare sui suoi passi e riassumere la guida di quell’ufficio che aveva abbandonato poche settimane dopo la nomina a causa della «situazione di disordine e di impossibilità di far fronte alle richieste dei creditori, anche abbastanza arrabbiati». A che titolo il governatore abbia avanzato tale richiesta – nonostante le ripetute domande sul punto di pm e presidente –  non è dato sapere. Al funzionario che ha sostituito la Fallara sembra lecito – e bastare – l’asserita volontà di Scopelliti di «seguire da ex sindaco l’amministrazione nel traghettamento fino alle seguenti elezioni».
Utilizzando un linguaggio, all’apparenza volutamente tecnico e ricercato – come a sottolineare la distanza fra “gli addetti ai lavori” esperti di numeri e registri e l’indistinta massa di cittadini comuni – Nucera ripercorre quei mesi  passati alla guida del settore Finanze. Quello che era stato il regno di Orsola Fallara e nel quale – ipotizza l’Ufficio di Procura e trova conferma in dibattimento – sono state consumate quelle malversazioni che oggi hanno spinto il Comune di Reggio Calabria sull’orlo del baratro del dissesto finanziario. Una condizione che per la Procura ha dei diretti responsabili  nelle persone dell’allora sindaco Scopelliti, imputato per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico, e dei tre revisori dei conti, Carmelo Stracuzzi, Ruggero De Medici e Domenico D`Amico, cui si contesta il solo falso.
Responsabilità  che toccherà al Tribunale collegiale presieduto da Olga Tarsia giudicare, ma almeno per Scopelliti che sembrano trovare oggi una straordinaria conferma nel persistente interesse nei confronti di Palazzo San Giorgio, dimostrato dall’ex sindaco, all’epoca già divenuto governatore.  Ma la risposta affermativa a quella richiesta tanto insistentemente avanzata da Scopelliti – ricorda Nucera quasi con aristocratico distacco in aula – sarà subordinata a una condizione: decidere collegialmente l’ordine dei pagamenti, seguendo il regime di diritto. Una novità in un ufficio in cui – dice il funzionario – «la gestione cronologica dei pagamenti era subordinata alle decisioni della Fallara». E dopo di lei, «Raffa iniziò a indicarmi con una serie di bigliettini chi doveva essere pagato per primo,  probabilmente in seguito agli incontri che aveva con i creditori». Una situazione insostenibile per Nucera, che prima di riassumere l’incarico sente la necessità di dichiararsi indisponibile a un regime in cui i pagamenti venivano decisi in base all’arbitrio di un dirigente o alle sollecitazioni ricevute dall’organo politico. La responsabilità – chiarisce a tutti, probabilmente presagendo il caos che sarà chiamato a gestire – deve essere collegiale.

IL REGNO DELLA FALLARA E L`ABDICAZIONE DI ZOCCALI Così come collegialmente l’esecutivo comunale si era – nella migliore delle ipotesi – voltato dall’altra parte mente l’ex onnipotente burocrate non solo stabiliva chi, quando e quanto doveva essere pagato – con una netta preminenza data a se stessa e ai suoi protetti – ma soprattutto lo faceva in splendida solitudine. «La collega – sottolinea Nucera – è stata chiamata a riferire in sede di conferenza dei dirigenti, ma è stata sempre tranquillizzante circa la solvibilità dell’Ente. Le possibilità di controlli c’erano, ma non sono stati fatti perché è stata ritenuta sufficiente la parola della Fallara». Ad esempio, ricorda Nucera, alla potente signora dell’ufficio Tributi è stato chiesto perché il Comune fosse assediato dai creditori, ma ha sempre dato risposte tranquillizzanti. «Suppongo che Zoccali abbia abdicato alla Fallara alcune funzioni di controllo». Una supposizione divenuta tale solo in aula, ma che sentito come persona informata sui fatti – tuona la pm Ombra – il funzionario aveva dato come cosa certa.

IL PIANO SERPICO Una circostanza che d’altra parte l’ex capo dell’Ufficio di Gabinetto, nonché ex city manager del Comune Franco Zoccali – ascoltato subito dopo Nucera – non sarà chiamato troppo insistentemente a chiarire. E così l’eterno braccio destro di Scopelliti, oggi dirigente generale alla Regione, avrà facile gioco nel disegnare al contrario un rapporto contrastato con la Fallara, della quale avrebbe tentato di limitare la tendenza all’accentramento di informazioni e pratiche, implementando il sistema Serpico, un programma informatico che permetteva ai singoli dirigenti di settore di monitorare le risorse loro assegnate. Un campo in precedenza di esclusiva competenza della potentissima burocrate dell’ufficio Finanze, che avrebbe opposto non poca resistenza al nuovo corso. «I rapporti con la Fallara erano caratterizzati da criticità – ricorda Zoccali – dovute a una diversa concezione dell’organizzazione dell’amministrazione comunale. C’era una resistenza da parte sua a riconoscere la mia funzione di controllo sul raggiungimento degli obiettivi». E che la dirigente fosse refrattaria a qualsiasi tipo di monitoraggio lo avevano già chiarito nelle precedenti udienze anche i funzionari Gorassini e Del Pozzo del Nucleo di Valutazione, che più di una volta –  conferma in aula l’ex direttore generale – erano andati da lui a protestare perché non riuscivano ad avere gli atti necessari per valutare la dirigente. «Io ho fatto lettere e circolari – rammenta Zoccali – stigmatizzando il comportamento della dirigente che aveva una scarsa capacità di relazionarsi con gli altri funzionari, non forniva gli atti richiesti e si comportava male nei confronti dei collaboratori». «Inoltre – aggiunge, facendo eco a quanto raccontato da Nucera prima di lui – spesso i dirigenti lamentavano la mancata osservazione della cronologia dei mandati di pagamento». Tutti atteggiamenti che però non hanno pesato sulla salda permanenza al comando della Ragioneria in era Scopelliti, nonostante – fa notare il pm Ombra – la Fallara fosse una dirigente esterna con incarico fiduciario, dunque revocabile in qualsiasi momento.

IL COMUNE DI BENGODI Eppure – stando a quanto Zoccali afferma – a nessuno era dato sapere cosa facesse la funzionaria. Al contrario, tutto sembrava marciare secondo le regole. «Fino al secondo semestre del 2009, non ho mai avuto cognizione di pagamenti arretrati o creditori in rivolta. Posso escludere che fino al 2007-2008 ci siano state rimostranze dovute alla carenza di liquidità, se non quelle relative ai fisiologici ritardi della pubblica amministrazione, o a quelli dettati dalla necessità di non sforare il Patto di stabilità». Gli unici problemi che Zoccali ricordi sono quell
i legati al pagamento dei buoni libro o alla Bentini, la ditta vincitrice dell’appalto per la costruzione del nuovo Palazzo di giustizia «che aveva vinto una gara facendo un’offerta molto al di sotto delle sue possibilità e reclamava una maggiore partecipazione dell’Ente». «Solo dagli organi di stampa»  l’ex city manager apprenderà delle generose liquidazioni che la Fallara si autoelargiva per rappresentare l’Ente di fronte alla Commissione Tributaria. «Sapevo che spesso sosteneva la difesa del Comune, ma non sapevo si retribuisse come professionista esterna. Le cifre che si autoliquidava erano assolutamente indebite», dice quasi indignato. Una questione che – una volta divenuta pubblica – Zoccali avrebbe discusso anche con Scopelliti.

E SCOPELLITI «Mi chiamò il governatore che quel giorno era fuori e aveva letto la notizia su un giornale nazionale. Mi disse che aveva cercato di contattarla perché era rimasto sorpreso della cosa, ma non aveva risposto e solo dopo gli aveva mandato un sms chiedendogli scusa». Eppure, sotto i mandati di pagamento con cui la Fallara si liquidava centinaia di migliaia di euro c’era la firma di Giuseppe Scopelliti, ma – ci mette una pezza  Zoccali, rispondendo a una mirata domanda dell’avvocato Panella – «il fatto che questi atti recassero l’intestazione “Ufficio di gabinetto del sindaco” non vuol dire che fossero prodotti dal sindaco stesso. Venivano trasmessi alla segreteria del sindaco dai dirigenti, quindi sottoposti alla sua firma, ma nella sua stanza c’erano cataste di carte».
Cataste che hanno prodotto quel caos che Nucera nel 2010 sarà chiamato a governare, ma che starà ben attento a scoperchiare prima dell’approvazione del conto consuntivo 2009, firmato dal funzionario sulla base delle scritture contabili approntate dalla Fallara, nonostante – sembra lasciar intendere Nucera – già allora avesse il più che fondato sospetto che non fossero totalmente aderenti al vero. «Ma le scritture erano in sé coerenti, formalmente accertavano che quella era un’Amministrazione in avanzo, noi ci siamo limitati a predisporne la sommatoria», si difende quando la Ombra gli ricorda le orde di creditori che assediavano il Comune. «Formalmente non c’era nulla da eccepire», contesta il funzionario, rivendicando di essere stato lui a disporre in seguito all’approvazione del bilancio, la procedura di verifica di quelle scritture che permetterà di scoprire le tante anomalie nascoste nei conti di Palazzo San Giorgio, dall’indebita destinazione di fondi vincolati, alla temeraria sottoscrizione di Swap, passando per la ricontrattazione dei mutui e le elargizioni a pioggia, fino alla creativa gestione delle partite di giro e agli ormai noti folli mandati di pagamento. «Ma possibile che nessuno si sia accorto che le rassicurazioni della Fallara non corrispondessero a nulla di concreto? Qualcuno in questo Comune si è accorto di qualcosa o dormivano tutti?», sbotta indignata la presidente Tarsia. Domande cui Scopelliti è bene che si prepari a rispondere. (0090)

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