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Droga a Roma, così la cosca Gallace spadroneggiava

Ci sono anche calabresi tra i 10 destinatari dei decreti di fermo emessi dalla Dda di Roma. Si tratta di soggetti ritenuti affiliati ad una pericolosa consorteria composta da soggetti romani e cala…

Pubblicato il: 26/03/2013 – 8:29
Droga a Roma, così la cosca Gallace spadroneggiava

Ci sono anche calabresi tra i 10 destinatari dei decreti di fermo emessi dalla Dda di Roma. Si tratta di soggetti ritenuti affiliati ad una pericolosa consorteria composta da soggetti romani e calabresi, che aveva monopolizzato il mercato della cocaina in alcune zone della Capitale. Vengono contestati, a vario titolo, i delitti di associazione per delinquere, finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Gli investigatori hanno effettuato anche numerose perquisizioni domiciliari e sequestri preventivi nei confronti di beni mobili riconducibili alla cosca. I dieci decreti di fermo emessi dalla locale Dda sono a carico di persone ritenute appartenenti alla famiglia romana dei Romagnoli, affiliata alla cosca `ndranghetista dei Gallace di Guardavalle. Il gruppo era dedito al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Le indagini hanno consentito di acquisire numerosi elementi probatori a carico dell`organizzazione criminale operante nelle zone di Torre Maura e di San Basilio ed avente ramificazioni e basi logistiche sul litorale laziale. Sono stati sequestrati numerosi beni riconducibili alla cosca.
Tra gli arrestati c`è Bruno Gallace, figlio di Vincenzo. Nato a Guardavalle, in provincia di Catanzaro nel 1972, è ritenuto promotore del sodalizio criminoso e fornitore della famiglia Romagnoli, con cui condivide le sorti della sua carriera criminale per via del legame sentimentale con Francesca Romagnoli. Per gli inquirenti Gallace ha messo al servizio del sodalizio la sua esperienza di pluripregiudicato, assicurando alla stessa famiglia Romagnoli periodici approvigionamenti di cocaina, gestendo l`attività di reperimento e distribuzione diretta della sostanza stupefacente. La sua funzione di “capo”, stando agli esiti dell`indagine, è emersa ogni qualvolta lo stesso si è rapportato anche con i suoi familiari appartenenti al gruppo Romagnoli, facendo valere la sua supremazia rispetto agli altri associati specie nella gestione della piazza di spaccio Torre Maura. L`altro calabrese arrestato è Vincenzo Andreacchio originario di Guardavalle ma trasferitosi ad Anzio nel 2011. Legato a Bruno Gallace da vincoli di parentela, ricopriva il ruolo di autista personale dello stesso Gallace, per il quale cedeva cospicui quantitativi di cocaina. (0010)

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