Ultimo aggiornamento alle 7:02
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Alta tensione, parla Mesiano

REGGIO CALABRIA Non è e non si definisce un  affiliato alla `ndrangheta, ma  un «cittadino onorario  del locale di Roccaforte del Greco», il collaboratore Carlo Mesiano, oggi in aula al processo Al…

Pubblicato il: 05/04/2013 – 17:32
Alta tensione, parla Mesiano

REGGIO CALABRIA Non è e non si definisce un  affiliato alla `ndrangheta, ma  un «cittadino onorario  del locale di Roccaforte del Greco», il collaboratore Carlo Mesiano, oggi in aula al processo Alta Tensione, che vede alla sbarra capi e gregari del potente cartello Borghetto-Caridi-Zindato. Ma nonostante non sia mai stato formalmente battezzato, Mesiano, piccolo imprenditore finito in carcere con l’accusa di traffico di valuta, proprio dietro le sbarre ha maturato i primi contatti con il mondo delle `ndrine e ha imparato a conoscerle. «Pepe Romeo e Mimmo Russo hanno apprezzato il comportamento che ho tenuto. Sono stato zitto senza lamentarmi, senza fare l’infame», dice Mesiano, rispondendo alle domande del pm Stefano Musolino.  E proprio grazie a Russo e Romeo, due «vecchi patriarchi, gente vecchio stampo», il collaboratore inizierà ad avvicinarsi a Roccaforte del Greco, prima come piccolo imprenditore edile,  quindi come «ospite onorario del locale». Ma se al seguito di Romeo il collaboratore comprende che i lavori pubblici nel paesino della Jonica e nel suo circondario si spartiscono con il benestare delle cosche, è soprattutto quando si confronta personalmente con il sistema di Reggio città, che impara rapidamente a seguire – e dare per scontate, senza neanche chiedere lumi al riguardo – le nuove regole del gioco. Un gioco in cui «in ogni zona per i lavori si paga e a Modena (quartiere di Reggio Calabria, ndr) non si può piantare un chiodo senza darne conto ai Zindato».
A farla da padrone nella zona, dice il pentito, sono infatti le ditte riconducibili a vario titolo a personaggi legati al clan. Ditte di cui Mesiano è in grado di fare una mappatura precisa. «Checco Zindato aveva le pitturazioni tramite una ditta di un tale Paris, Gino Borghetto invece aveva una ditta edile che si occupava di ferro e anche i Modafferi si occupavano di ferro, Latella faceva porte e finestre, Matteo Perla  invece faceva movimento terra». Sarebbero state queste le ditte che avrebbero gestito praticamente in regime di monopolio tutti i cantieri nella zona di Modena, «anche all’hotel  Apan hanno lavorato solo loro», sottolinea Mesiano.  Ma l’egemonia della famiglie della zona non si limitava ai cantieri, afferma il collaboratore che lascia intendere che i clan erano anche in grado di imporre assunzioni di familiari nei supermercati della zona, come nel caso di Tullio Borghetto, nipote del boss Gino, «uno che praticava anche l’usura», aggiunge il collaboratore.
E i clan non si sarebbero fatti remore anche a scaricare le proprie responsabilità su soggetti che nulla avrebbero avuto a che fare con i loro crimini. «Quando hanno messo la bomba al “Punto auto”, la concessionaria di Pino Riggio, sono stato incolpato io perché avevo avuto da dire con il fratello, Umberto, e perché quella notte ero passato lì davanti con la moto». Coincidenze che devono aver fatto passare al collaboratore dei brutti quarti d’ora, anche perché Riggio era «uno che ai clan prestava le macchine pulite per fare i colloqui, per spostare qualcuno, aveva rapporti di favore».  Momenti di tensione durati almeno fino a quando, in quegli stessi ambienti di `ndrangheta  in cui la voce si era – o meglio era stata ad arte – diffusa,  «Checco Zindato non ha cominciato a vantarsi di quell’attentato». (0090)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x