LAMEZIA TERME Alfredo D`Attorre l`ha chiarito fin da subito: il Pd lavorerà per una scelta condivisa sul prossimo segretario regionale, allo scopo di preservare (o di creare ex novo) l`unità del partito calabrese. Ma ormai il dado è tratto. La fase congressuale ha avuto inizio e subito dopo le primarie del 16 giugno il Pd decreterà ufficialmente la fine del regime commissariale, scattato all`indomani della debacle alle Regionali del 2010, attraverso l`elezione del segretario e dei membri dell`assemblea regionale. Ne consegue che i tentativi rivolti a soluzioni ecumeniche potrebbero anche fallire, provocando ulteriori fratture in un partito già lacerato dalle divisioni interne.
«I congressi seguiranno il loro iter», specifica il commissario regionale. Non si torna più indietro, dunque. Il calendario è ufficiale. Andrà come andrà.
Il Pd parte con i congressi provinciali. Il primo step è fissato al 27 aprile, giorno di scadenza per la presentazione delle candidature a segretario provinciale. Sabato 4 e domenica 5 maggio si terranno le assemblee di circolo per il voto sui segretari e sulle liste a loro collegate. L`11 e il 12 maggio sono previsti gli eventuali ballottaggi. I congressi territoriali sono l`antipasto che precede il momento della verità per i democrat calabresi.
Il cammino verso l`elezione del nuovo segretario regionale inizierà sabato 25 maggio, giorno delle scadenza per la presentazione delle candidature. L`1 e il 2 giugno gli iscritti dei circoli voteranno i vari candidati, mentre la scadenza per la presentazione delle liste a sostegno dei papabili è stata calendarizzata per giovedì 6 giugno. Infine, l`elezione del segretario, domenica 16 giugno, attraverso primarie aperte a tutti gli elettori del Pd. In caso di ballottaggio, la scelta dei due candidati avverrà sabato 22 giugno.
I congressi arrivano al termine di lunghi mesi di discussioni e polemiche, rinvii e veti incrociati. Lo scorso anno, dopo averli annunciati, D`Attorre fu costretto a fare un passo indietro a causa delle lotte intestine che rischiavano di creare una scissione probabilmente insanabile. L`azione del commissario regionale e deputato pd, spinto dai vertici romani del partito, in quel caso era stata rivolta verso una soluzione quanto più possibile condivisa. Un traguardo fallito che spinse D`Attorre verso un`opzione dilatoria. Sarà il tempo a dire se questa volta il Pd sarà in grado di serrare le fila attorno a un candidato di peso e in grado di rilanciare i democrat calabresi.
In ogni caso, D`Attorre – come ha spiegato durante la conferenza stampa convocata stamani nella sede regionale del partito – ha ben chiaro in mente quali risultati dovranno derivare dai congressi provinciali e regionali. Cioè «soluzioni condivise» e una spinta nuova «per far girare la ruota del rinnovamento». Legittimare democraticamente i rappresentanti locali attraverso i congressi significa far sentire il Pd regionale «parte di un disegno collettivo», ma soprattutto «dare risposte ai bisogni della società calabrese».
Il commissariamento, però, deve essere superato «senza guardare indietro, ma attraverso una spinta in avanti». D`Attorre auspica insomma un ricambio della classe dirigente che tenga conto delle nuove leve cresciute nel partito. «Subito dopo il congresso – ha aggiunto il commissario – è necessario avviare le condizioni per una svolta in regione, anche grazie al coinvolgimento delle forze della società civile».
LO SCANDALO IN REGIONE D`Attorre non sottrae lo sguardo da quello che sta avvenendo in ambito regionale. In primo luogo per quanto riguarda il Consiglio, alle prese con lo scandalo dei rimborsi ai vari gruppi politici. Il commissario pretende cautela per evitare giudizi affrettati. Ma su una cosa mostra fermezza: qualora la vicenda dovesse riguardare anche qualche consigliere regionale del Pd, «scatterebbe subito la sospensione dal gruppo e dal partito, come previsto dal nostro codice etico». Prima, però, è necessario «capire bene quanto è successo». Solo in seguito, una volta accertate responsabilità certe, sarà possibile «invocare misure di rigore». A far riflettere D`Attorre è la risposta veemente della gente di fronte all`inchiesta giudiziaria che riguarda Palazzo Campanella: «La reazione popolare è stata intensa a causa delle crisi economica, ma anche perché ci sono stati troppi ritardi nella riforma dell`intero sistema e delle modalità di spesa del Consiglio». Secondo il neo-deputato pd esiste una «sproporzione irragionevole» tra i fondi a disposizione dei gruppi consiliari e quelli erogati a favore dei partiti regionali. Con il Pd che «ha ricevuto un finanziamento di soli 90-100mila euro». Una quota minima, se paragonata a quella di cui dispongono anche le piccole formazioni politiche presenti nel parlamentino calabrese.
Ma, in ogni caso, la bufera che rischia di travolgere almeno 10 consiglieri regionali rientra in una crisi più profonda e complessa. Per D`Attorre è l`intera assemblea regionale a essere «esausta», con la maggioranza di centrodestra che «non sa più dove andare», come dimostrerebbe l`alto numero di consiglieri «che hanno deciso di candidarsi al Parlamento. Un atteggiamento che la dice lunga sulle funzioni che attribuiscono al Consiglio calabrese». (0040)
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