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OPERAZIONE “TORNO SUBITO” | Assenteisti scoperti da Raffa

L`inchiesta sull`assenteismo a Palazzo San Giorgio è nata in seguito a una segnalazione dell`allora sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa, oggi presidente della Provincia di Reggio Calabria.È sta…

Pubblicato il: 09/04/2013 – 15:15
OPERAZIONE “TORNO SUBITO” | Assenteisti scoperti da Raffa

L`inchiesta sull`assenteismo a Palazzo San Giorgio è nata in seguito a una segnalazione dell`allora sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa, oggi presidente della Provincia di Reggio Calabria.
È stato quest`ultimo, infatti, a segnalare alla guardia di finanza – è scritto nell`ordinanza di custodia cautelare – «che presso il Comune di Reggio Calabria ed in particolare all`interno della sede storica in Palazzo San Giorgio, si erano verificati alcuni episodi di assenteismo del personale dipendente. La situazione denunciata era stata allora inizialmente notata nel corso di servizi perlustrativi del territorio, allorquando nell`orario di lavoro i militari della guardia di finanza avevano notato alcuni dipendenti comunali uscire dai locali dell`ufficio, intrattenersi in compagnia di conoscenti, passeggiare sul corso cittadino, stazionare nelle aree adiacenti il Palazzo municipale ovvero entrare in esercizi commerciali per effettuare acquisti». A mesi da quella denuncia, anche una parente di Raffa è finita nel mirino degli investigatori: tra gli indagati, infatti, c`è Cristina Consolata Crupi, cognata del presidente della Provincia, attualmente nello staff dello stesso Raffa.
Il gip Barbara Bennato ha sposato l`impianto accusatorio del sostituto procuratore Antonella Crisafulli: «Le conclusioni cui è giunto l`ufficio del pm sono condivisibili, – scrive il giudice per le indagini preliminari – non sussistendo allo stato in ragione delle inequivoche risultanze investigative, alcuna possibilità di lettura in termini alternativi a quelli prospettati dall`accusa: in linea generale è poco plausibile che una persona di ordinarie facoltà intellettive e volitive quale deve presumersi essere gli odierni indagati, avendo necessità di continui permessi temporanei dal lavoro, si limitassero, una volta raggiunta la sede della casa comunale, a timbrare per poi uscire di nuovo senza alcuna autorizzazione formale del dirigente o senza rivolgersi, in assenza di questi, e soprattutto al fine di precostituirsi la prova della correttezza formale del proprio operato qualsivoglia autorizzazione formale e scritta».
Secondo i magistrati, dall`inchiesta è emersa «la sistematicità delle assenze». «L`attività investigativa – conclude infatti il gip – ha consentito di verificare come gli altri indagati si assentasserro sistematicamente dal luogo di lavoro, attestandone (o, più gravemente, facendone da altri attestare), per il tramite della timbratura del cartellino segna tempo, la loro presenza dallo stesso, da cui, in verità, si allontanavano senza regolare permesso, così facendo risultare integralmente osservato l`orario di lavoro quotidiano che in realtà non lo era mai, e conseguentemente percependo indebitamente un ingiusto profitto consistente nella ordinaria retribuzione per l`intero orario lavorativo». (0080)

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