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Insieme a Nicaso sulle tracce della `ndrangheta globalizzata

RENDE Le lezioni di antimafia di Antonio Nicaso sono accompagnate da un silenzio assorto e partecipato. Lui arriva e comincia a parlare a quegli studenti come se li conoscesse da sempre, raccontand…

Pubblicato il: 10/04/2013 – 19:34
Insieme a Nicaso sulle tracce della `ndrangheta globalizzata

RENDE Le lezioni di antimafia di Antonio Nicaso sono accompagnate da un silenzio assorto e partecipato. Lui arriva e comincia a parlare a quegli studenti come se li conoscesse da sempre, raccontando con naturalezza di come la `ndrangheta sia tra le mafie quella che meglio di tutte ha saputo piegarsi alla modernità della globalizzazione, senza però smarrire le radici, senza snaturarsi e dunque diventando un mostro flessibile, potente, difficile da battere.
Nicaso è ospite dell’Unical fino alla fine del mese di aprile per tenere un ciclo di lezioni su come il fenomeno criminale è mutato e il numero di studenti che segue il corso è un segno importante di un seme di impegno civile che l’università e l’associazione Libera tentano di gettare. Per l’occasione accanto a lui durante la lezione c’erano Giap Parini, sociologo che è tra gli organizzatori della visita di Nicaso e il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, ai quali successivamente si è aggiunto il presidente della commissione antimafia della Regione Calabria, Salvatore Magarò. Lo studioso italiano che da tempo ormai insegna in Canada e negli Stati Uniti, autore di numerose pubblicazioni sulla `ndrangheta, ha spiegato come il potere criminale si sia impadronito dei paradigmi della globalizzazione, al punto che il concetto di mafia debba necessariamente essere declinato al plurale. Una pluralità che riguarda i molti e diversi modi attraverso i quali la `ndrangheta si manifesta, sempre controllando il territorio, sia pure in maniera del tutto diversa. Differente è infatti la forma di potere che la criminalità esprime in Calabria rispetto a quella con cui si presenta, per esempio,  in Canada. Una metamorfosi che è il segno di una capacità impressionante di adeguarsi alle specificità sociali, culturali ed economiche dei paesi nei quali intende operare. Così succede che solo un osservatore distratto, magari ancora persuaso che la `ndrangheta sia solo quella del pizzo, può stupirsi di trovare importanti propaggini del suo potere in Congo, dove intrattiene convenienti affari con i miliziani di quel paese cui fornisce armi in cambio del prezioso Coltan, minerale rarissimo necessario per le tecnologie avanzate della comunicazione.  
Antonio Nicaso, senza troppi giri di parole, annuncia che la battaglia contro il potere criminale rischia davvero di andare perduta, «perché se la `ndrangheta è stata capace di parlare una sola lingua franca, globalizzandosi appieno, l’azione di contrasto dei vari governi invece è rimasta indietro, inefficace, perché priva di un comune coordinamento legislativo». Per esempio il temuto reato di associazione di stampo mafioso esiste solo in Italia, quindi all’estero le organizzazione criminali possono operare senza quegli stringenti strumenti di indagine che sarebbero utili per combatterle.
Se esiste un filo che espone la fragilità delle istituzioni al prepotente dilagare del fenomeno `ndranghetistico, la causa va cercata anche in una certa diffusa cultura dell’illegalità, e noi viviamo in un Paese, e specificatamente in una Regione dove «oltre il sessanta per cento delle delibere delle amministrazioni pubbliche risulterebbe illegittimo a una severa indagine». Quest’atto d’accusa viene dal massimo rappresentante dello Stato sul territorio, infatti il prefetto Cannizzaro ha spiegato che «si è scambiata l’autonomia amministrativa per indipendenza, con la conseguenza che si è dato vita a centri di potere e di spesa senza controlli». Il grido d’allarme del prefetto potrebbe essere confuso con una troppo forte tentazione centralista, invece è la fotografia di una situazione che certamente non contribuisce a creare una efficace opposizione contro il dilagare del potere criminale. Le lezioni di Nicaso proseguiranno nei prossimi giorni, affrontando sempre più compiutamente i temi del mutamento della `ndrangheta e della sfida contro di essa, che si basa anche sulla distruzione del suo mito che certa cultura, anche mediatica, ha favorito e fortificato.

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