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Sì al governo di scopo con le forze responsabili

Il risultato delle ultime elezioni politiche, come anche gli accadimenti degli ultimi giorni, impongono al Partito democratico di avviare una seria riflessione sul suo futuro, su come interpretare …

Pubblicato il: 13/04/2013 – 18:24
Sì al governo di scopo con le forze responsabili

Il risultato delle ultime elezioni politiche, come anche gli accadimenti degli ultimi giorni, impongono al Partito democratico di avviare una seria riflessione sul suo futuro, su come interpretare e rispondere alle istanze della società e su come dare una risposta ad una situazione di grave difficoltà economica e sociale che vive il nostro paese.
Quella che è stata messa in campo alle elezioni politiche è sicuramente una proposta “responsabile e razionale”, ma al contempo non sufficientemente adeguata nel dare speranza e nell’interpretare il vivere quotidiano della gente. Non si è stati in grado di comunicare le proposte programmatiche e, rispetto ai temi dei costi della politica, non si è stati in grado di dire nulla di comprensibile, né fare atti che potessero essere compresi dai cittadini.
Da sindaco di Cotronei, sin dal mio insediamento nel 2011, insieme con tutta la giunta abbiamo ridotto del 50% le indennità di carica, non per un vezzo, ma perché in una situazione di grave crisi economica, il ruolo delle istituzioni e di chi rappresenta i cittadini, è quello di “dare l`esempio”. Non si possono chiedere sacrifici e dall`altra parte non avere la sensibilità di essere i primi a farli; su questo tema il Pd ed i suoi amministratori non sono sempre stati chiari nelle scelte.
In Calabria poi vi è stato l`altro limite di non aver fatto liste radicate e rappresentative del territorio, oltre che incapaci di evidenziare azioni politiche concrete di opposizione al governo Scopelliti.
Ora necessita un governo con tutte le forze politiche che “ci stanno” e che abbia uno scopo definito, affrontando le emergenze del paese che sia in grado di dare una risposta alla grave situazione economica e sociale (cassa integrazione da finanziare, esodati da salvaguardare), che cambi la legge elettorale e dall`altro dia la possibilità per gli enti locali di ridare un po` di ossigeno all`economia. Un cambio di legge elettorale che deve, da una parte garantire la governabilità, ma anche la vicinanza degli eletti ai cittadini; pertanto premio di maggioranza omogeneo fra camera e senato e poi collegi uninominali o preferenze.
In questo percorso diventa fondamentale che il Partito democratico avvii immediatamente ed in modo deciso la fase dei congressi provinciali per arrivare a quello regionale. Ogni fase congressuale dovrebbe partire da una riflessione politica comune, una convention programmatica che indichi le nuove linee di governo per i territori, coinvolgendo i segretari di circolo, gli amministratori, i dirigenti e chi ha un ruolo di protagonismo economico e sociale nei territori. In questo modo si potrebbe evitare di discutere solo di organigrammi e di fermare il confronto all`interno del partito, senza identificare la linea politica, le scelte da fare e con quali prospettive adoperarsi.
In ogni caso ora necessita andare avanti con una fase congressuale trasparente che almeno indichi un percorso di svolta e di rinnovamento vero, nei metodi ed anche negli uomini. In sostanza il congresso deve parlare di politica e di prospettiva, non solo di come sostituire il commissario D`Attorre ovvero scegliere il segretario provinciale. Necessita di fare un’analisi attenta in modo che si guardi davvero a ciò che si muove nella società, non avendo come obiettivo il garantire oligarchie o rendite di posizione, ma fare in modo che vi sia una nuova classe dirigente che possa affermarsi all`interno del partito sia regionale che provinciale, con un chiaro e condiviso progetto di governo.
Per dirla chiaramente, occorre, impegnare una nuova classe dirigente sostituendo gran parte di quella attuale, in quanto non adeguata alle sfide di oggi, visti peraltro, i risultati poco entusiasmanti raggiunti dalla stessa. In sostanza non è affatto negativo se, sia su base regionale che provinciale si rottamano un po` di dirigenti, indipendentemente dall’età anagrafica, uomini che non hanno più nulla da dare e che mirando solo all’autoconservazione, di fatto non tengono in conto nè il territorio, né tantomeno il partito. Lo dico da militante che ha sostenuto Bersani e  comunque convinto che se il Pd in Calabria ed a Crotone non dà un senso di totale cambiamento di metodo e di uomini non avrà speranza e prospettiva, ma soprattutto non offrirà al Paese qualcosa di nuovo, forte e credibile. (0030)

*Sindaco di Cotronei

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