«È l’opinione altrui che conferisce ai nostri atti una sorta di realtà». Così, parafrasando la scrittrice francese cui si riconduce la citazione, possiamo dire che la nota diramata nei giorni scorsi dai rappresentanti della destra crotonese sulla proposta di fusione dei Comuni di Crotone, Cutro e Isola, abbia conferito, involontariamente, fondamento ulteriore al progetto da questi definito «alchimia amministrativa».
Se è vero che la presa di posizione, rispettabile come ogni altra, di Turino, Rizza e Saragó arriva dopo diverse settimane dalla presentazione dell`idea da parte di Emilio De Masi, e condivisa nell’immediatezza dai sindaci dei comuni interessati, è evidente che la stessa ha provocato diffuse riflessioni. Il che rappresenta di per sé, indubbiamente, un merito.
Peccato si liquidi con un’asserzione tanto semplicistica quanto impropria, quella stessa mozione che ha suscitato anche nei “contrari” la necessità di una analisi all`interno dei partiti. È di tutta evidenza che né De Masi, né i sindaci si aspettavano o si aspettano per il futuro condivisione unanime; tuttavia, le discussioni si auspica si basino sui vantaggi (tanti) e gli svantaggi (pochi), sulle esigenze contingenti e future dei territori, sulla presa d`atto d`una crisi che non risparmia nessuno e che, forse anche positivamente, ci costringe a riconsiderare l`idea che abbiamo di enti locali, di confini e di servizi ai cittadini.
Un progetto ambizioso e moderno, i cui eventuali percorsi e le implicazioni economiche, sociali e politiche che vi sottendono, hanno trovato ampia illustrazione nei due incontri che si sono registrati fino ad oggi. L’impegno del proponente consigliere regionale De Masi e degli amministratori interessati è quello di discuterne in tempi rapidi con la cittadinanza, le forze economiche e sociali, i partiti e, magari, con esperti, al fine di eseguire insieme e opportunamente una completa ricognizione sullo sviluppo di un modello nuovo e complesso e a prevalente vantaggio della comunità.
Vale la pena ricordare, infatti, che la nascita di un nuovo comune, determinata dalla fusione di Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto, al termine di un iter referendario e legislativo, genererebbe la rinuncia della popolazione ad un campanilismo sterile e anacronistico e della politica a postazioni istituzionali di cui, dicono le cronache, l`opinione pubblica farebbe volentieri a meno.
Una bella contropartita, diremmo, rispetto all`esigenza attuale di concepire rinnovati soggetti amministrativi, coerentemente alle indicazioni che provengono dall’Europa, e rispetto alle opportunità, previste dalla legge statale e da quella regionale, di incrementare risorse economiche per ben dieci anni, ricevere finanziamenti per progetti finalizzati alla gestione di servizi pubblici importanti e guadagnare l’occasione per due anni di svincolare risorse non essendo il “nuovo Comune” assoggettabile al patto di stabilità.
Insomma, tutto sembra il progetto di fusione dei comuni proposto da De Masi, fuorché «un vicolo cieco amministrativo». (0070)
* avvocato
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