Gentile Direttore,
nella edizione online del settimanale Corriere della Calabria circola la notizia sulle dimissioni dell’onorevole Ferdinando Aiello dalla carica di consigliere regionale. Scelta difficile, vista l’attuale incertezza sul futuro del Parlamento, ma che stava diventando un vero “caso” se non un “triller” consumato tra gli austeri corridoi di Montecitorio, alla luce di quanto affermato direttamente nella trasmissione Agorà di Rai3. Ritengo che essa sia decisione logica, coerente e del tutto politica, sulla quale come sempre ci si accanisce per evidenziare la crisi della politica e demonizzare il sistema della rappresentanza. Ma era una decisione non immediatamente dovuta. L’onorevole Aiello poteva rinviare la scelta per altri quattro mesi perché così è consentito dalla legge. Se lo ha fatto con la giusta tempistica bisogna riconoscere che ha compiuto un atto politico importante, che significa anche rispetto per i suoi elettori. Personalmente la cosa non mi ha avvilito i giorni scorsi né mi fa gioire oggi. Dormo sonni tranquilli anche perché mi sento di appartenere a quella ristretta cerchia di politici, o presunti tali, che rimangono rispettosi della classe politica e credono in essa. Sono un irriducibile romantico che ancora pensa che la gran parte della classe politica sia composta di persone perbene, con grandi competenze e professionalità, che lavora con spirito di servizio e con sacrificio. Ovviamente questa è la regola delle democrazie occidentali, poi ci sono anche le fasi storiche in cui prevalgono le eccezioni.
Inoltre, sono convinto che il gossip o lo scandalismo esasperato, così alla ribalta in questi ultimi tempi, sia in qualche misura deformante della realtà e non di rado un’agente divaricante della forbice tra eletto ed elettore. Anche le inesattezze giornalistiche vanno in queste direzione e credo che qualsiasi notizia che venga pubblicata necessiti di un controllo o di una verifica. Qualsiasi sia la fonte l’onesto giornalista dovrebbe avere la bontà deontologica di verificare la veridicità. E vengo al mio caso, dopo tre anni di volontaria assenza dal dibattito politico attraverso la stampa.
Nell’articolo leggo testualmente che «Le relazioni con Aiello si sono deteriorate all`indomani delle regionali del 2010 quando presentò (testualmente il sottoscritto) un ricorso contro l`elezione del politico di Marzi». Per il rispetto che nutro verso il coraggio che mostri nel dirigere un settimanale come il Corriere della Calabria, smentisco categoricamente questa affermazione e la denunzio come una inesatta baggianata più grossa dello stesso Palazzo Campanella visto che siamo in tema. Puntualizzo che da parte mia non c’è mai stato, un ricorso contro l’elezione di Ferdinando Aiello e la prego di non ripeterlo ancora. Lo scrivo con serenità informando che, inizialmente sulla base dei risultati emessi dal consiglio regionale il primo dei non eletti della lista della Federazione della Sinistra risultava essere l’attuale consigliere provinciale Luciano Manfrinato, il quale ritenendosi penalizzato da alcune presunte irregolarità nell’iter della candidatura di Aiello, al tempo assessore provinciale di Rifondazione comunista, ha inteso adire le vie giudiziarie. Tre sentenze (Tribunale-Corte d’Appello-Cassazione) ribadiscono la mia totale estraneità alla causa. Solo successivamente, a ricorso avviato, con la verifica dei verbali e il ricalcolo delle preferenza da parte della Corte d’Appello, sono risultato il candidato più votato dopo l’eletto Aiello.
Su questo argomento sfido chiunque a trovare un qualsiasi atto, sia pure una semplice chiacchierata, che dimostri un mio qualche interesse alla materia. Fra l’altro si sa, ma ancora di più lo sa chi mi conosce personalmente, che non sono il tipo che le cose le manda a dire, ma sono una persona diretta che si assume le sue responsabilità e considera deplorevole stuzzicare il serpente con le mani degli altri. Questo mio modo di concepire le relazioni tra le persone, vivere con essi e affrontare la pubblica funzione dell’eletto, credo lo conosca benino anche Aiello che per dieci anni ho avuto il piacere di introdurre ed aiutare sia nel partito che nell’esercizio dei suoi incarichi istituzionali prima da consigliere e poi da assessore provinciale.
Il dissenso tra me e Aiello esiste ed è profondo. Ma riguarda solo le dinamiche interne al partito, all’essere comunista, all’uso che si fa dell’organizzazione politica ai fini della carriera personale. Il resto non conta e all’onorevole Aiello auguro successi maggiori, magari un incarico di sottosegretariato in un prossimo governo come si diceva durante la campagna elettorale, convinto come sono del suo attaccamento alla Calabria. Solo questo volevo segnalare. Non per lamentarmi ma per semplice correttezza di informazione. Le cialtronerie le lascio agli altri. Sarei, pertanto, soddisfatto e tranquillo se gentilmente si correggesse questa svista e si rendesse pubblica la verità.
*Ex assessore regionale Rifondazione comunista
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