Un`assoluzione e due condanne a 28 anni di reclusione. Questa la sentenza della Corte d`Assise di Catanzaro nei confronti di tre persone del Vibonese ritenute responsabili dell`omicidio di Placido Scaramozzino, parrucchiere di Acquaro, centro in provincia di Vibo Valentia, ucciso il 28 settembre 1993 ed il cui corpo non è mai stato ritrovato. Per il reato di omicidio, la pena di 28 anni di reclusione a testa è stata inflitta a: Antonio Altamura, 66 anni, ritenuto dagli inquirenti a capo del “locale di `ndrangheta” di Ariola, frazione di Gerocarne; e a Vincenzo Taverniti, 53 anni, alias “Cenzo d`Ariola”, originario di Ariola ma residente a Stilo, in provincia di Reggio Calabria.
Sia Altamura che Taverniti sono stati però assolti dall`accusa di occultamento di cadavere. Assolto, invece, da tutte le accuse Antonio Gallace, 47 anni, anche lui di Ariola. Per tutti gli imputati l`accusa aveva chiesto la pena dell`ergastolo. Secondo la Dda di Catanzaro, Placido Scaramozzino avrebbe pagato con la vita una presunta vicinanza alla “famiglia” Maiolo di Acquaro, in provincia di Vibo, all`epoca avversaria della `ndrina di Ariola. La ricostruzione del delitto è stata possibile grazie ai collaboratori di giustizia Enzo Taverniti e Francesco Loielo, entrambi di Gerocarne. La vittima sarebbe stata ferita a colpi di zappa e quindi seppellita ancora viva fra i boschi di Ariola. (0080)
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