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Molte ombre sul "caso Rende"

La Suprema Corte ha confermato tutti i provvedimenti emessi dai giudici dei gradi precedenti nella vicenda nota, seppure impropriamente, come “caso Rende”.Lo stato attuale delle indagini e del proc…

Pubblicato il: 16/04/2013 – 20:07
Molte ombre sul "caso Rende"

La Suprema Corte ha confermato tutti i provvedimenti emessi dai giudici dei gradi precedenti nella vicenda nota, seppure impropriamente, come “caso Rende”.
Lo stato attuale delle indagini e del processo impongono, perciò, di ritenere che “il caso Rende” è comprendere perchè fino ad oggi si sia ritenuto di dover parlare di un “caso Rende”.
Ognuno dovrà interrogarsi e dare risposte; lo ha fatto e continuerà a farlo chi oggi ha il compito di amministrare la città; lo faranno e continueranno a farlo certamente i magistrati che avranno il compito di concludere il loro lavoro ed i giudici che dovranno pronunciarsi definitivamente.
Anche la politica non potrà sottrarsi ad una riflessione sul ruolo avuto nella vicenda, su come ha reagito alle notizie, sulle posizioni assunte dinanzi a notizie così stridentemente difformi dalle consapevolezze che una storia ed una tradizione assai lunga proponevano.
Continuo a sostenere che la città di Rende ha subito, attraverso la vicenda giudiziaria, un vero e proprio processo, peraltro ancora non concluso; nella migliore delle ipotesi, su un’intera comunità si è abbattuto il sospetto di una contiguità che le ultime risultanze giudiziarie sconfessano in modo clamoroso, escludendone ogni fondatezza.
Troppa timidezza da parte di chi avrebbe dovuto spendersi per ribadire politicamente la condivisione di una storia e di un’appartenenza.
Troppa violenza, infine, da parte di chi ha pensato di “cavalcare” la vicenda, finendo per nuocere forse più che dell’inchiesta giudiziaria all’immagine della città.
Continueremo a rispettare indagini e magistratura, pretendendo una conclusione che abbia il tempo del rispetto della dignità delle persone.
Così come con sobrietà e contegno aspetteremo le risultanze del lavoro di una commissione d’accesso, che da quella inchiesta ha tratto i presupposti principali della sua istituzione.
Alla solidarietà per gli amministratori che hanno scontato una gogna giudiziaria e mediatica del tutto inattesa, oggi si aggiunge il rammarico per aver vissuto in una solitudine pressocchè totale una vicenda, sulla quale dovrà aprirsi una discussione collettiva che consegni ai cittadini il dono della verità.

*Sindaco di Rende

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