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Quel legame tra Marini e la Calabria

MONTALTO UFFUGO C’è una famiglia, a Montalto Uffugo, che in queste ore è in trepidante attesa. Marito, moglie e figlioletto che aspettano di capire se Franco Marini sarà il nuovo presidente della R…

Pubblicato il: 18/04/2013 – 6:40
Quel legame tra Marini e la Calabria

MONTALTO UFFUGO C’è una famiglia, a Montalto Uffugo, che in queste ore è in trepidante attesa. Marito, moglie e figlioletto che aspettano di capire se Franco Marini sarà il nuovo presidente della Repubblica. Un nucleo familiare a cui l’ex seconda carica dello Stato è molto legato. Un aneddoto lo dimostra: il 30 aprile del 2006, a meno di ventiquattro ore dalla sua elezione sulla poltrona più prestigiosa di Palazzo Madama, Marini si precipitò a Montalto (dove da alcuni giorni era arrivata già sua moglie Luisa) per il battesimo del piccolo di casa. In quella domenica, tra una portata e l’altra, in un ristorante di San Vincenzo la Costa, l’unico ad avvicinarlo fu il giornalista Gregorio Corigliano. A quest’ultimo non rilasciò nessuna dichiarazione sul perché si trovasse lì (tuttavia nel centro alle porte di Cosenza è un fatto noto che Marini sia molto legato al capofamiglia) ma solo qualche considerazione politica: «Il presidente Prodi – spiegava Marini ai microfoni del TgR Calabria – ha fatto bene a dire che c’è un problema per il nostro Mezzogiorno. Ci sarà grande attenzione del governo e certamente anche dal Parlamento». Poi, quasi con tono profetico, aggiungeva: «Bisogna imparare a rispettarsi reciprocamente. Ci sono problemi per il paese, facciamo uno sforzo di unità. Questo è importante». Un richiamo all’unità, insomma. Che potrebbe tornare utile al popolare Marini in caso di elezione al Quirinale. Sul suo nome, infatti, è stato raggiunto un accordo tra Pd, Pd e Scelta civica. Non che manchino i delusi. Lo dimostrano i tanti “no” all`ipotesi Marini arrivati al termine dell`assemblea dei parlamentari democrat. Tra i più critici c`è sicuramente Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze aveva bocciato Marini già qualche giorno fa. E lo ha ribadito ieri sera alle Invasioni Barbariche dove ha definito l`elezione dell`ex leader della Cisl «un dispetto al Paese».
Sul piede di guerra anche i vendoliani di Sel: «Non è una questione di nomi, tutti meritano rispetto, ma la discussione riguarda il merito e ha delle ragioni politiche di fondo: se lavoriamo nella direzione dell`inciucio non stiamo facendo l’interesse del Paese, mentre invece bisogna guardare con attenzione alle proposte di M5S». Proprio quel Movimento 5 Stelle che ha lanciato la candidatura al Colle del giurista cosentino Stefano Rodotà. (0030)

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