Fondazione Campanella, il Pd attacca: «E` ora di muoversi»

CATANZARO «La regione Calabria sta vivendo in questi tempi una crisi della sanità pubblica senza precedenti. Da un paio d`anni l`attuale amministrazione regionale sta conducendo una politica sanitaria scellerata, volta al metodo del taglio senza una programmazione efficace ed efficiente. Nella sanità catanzarese si registrano giorno dopo giorno una serie di fallimenti e operazioni non più tollerabili». Lo sostengono, in una nota, Salvatore Scalzo, capogruppo del Pd al Comune di Catanzaro, Pantaleone Narciso, coordinatore dei sindaci del Pd della provincia di Catanzaro, ed i sindaci di Amaroni, Torre di Ruggiero e Satriano, Arturo Bova, Pino Pitaro e Michele Drosi, tutti del Partito democratico.
«Le ultime vicende legate alla Fondazione Tommaso Campanella – aggiungono – segnalano inesorabilmente il tracollo di una politica sanitaria disastrosa, con metodi da prima Repubblica, quelli in cui si davano rassicurazioni e soluzioni a ridosso delle scadenze elettorali, per poi cadere nel silenzio e trascurando il destino di centinaia di famiglie. Occorre prendere atto di tutti gli errori del passato e soprattutto del presente e voltare pagina. Ciò che conta è il destino di una struttura che, a conti fatti, produce comunque un servizio importante alla cittadinanza calabrese, con la professionalità di centinaia di addetti. Sosteniamo e abbiamo sostenuto nella giornata odierna la grande battaglia di civiltà che i dipendenti della Fondazione stanno avanzando nei riguardi della Regione. Occorre salvaguardare la struttura pensando ad una integrazione con la rete ospedaliera cittadina e soprattutto occorre una soluzione entro poche ore, senza i tempi e i linguaggi non più comprensibili di un politichese fallimentare».
«Serve un`operazione chiarezza – dicono ancora gli esponenti del Pd – e soprattutto una soluzione immediatamente applicabile ed auspichiamo che tutte le parti possano rapidamente incontrarsi ed addivenire a una soluzione congiunta senza gioco delle parti e continui rinvii. Non possono più aspettare i dipendenti, ma soprattutto non possono più aspettare i malati che rischiano di non poter ricevere l`assistenza professionale e preziosa offerta dalla struttura. E` ora di muoversi». (0010)