REGGIO CALABRIA Il garante della caccia? Sarà abolito. Ma di cosa si occupa? «È un’autorità di garanzia, in quanto controbilancia i portatori di interesse che ci sono nel mondo venatorio». Risposta criptica, dalla quale risulta particolarmente arduo capire quali siano le funzioni e le competenze di questa particolare figura. L’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Trematerra, non chiarisce il mistero, ma si limita a riferire che il garante della caccia «è previsto da una norma di legge». Restano dunque intatti i dubbi relativi a un incarico che suona particolarmente stonato se lo si mette a confronto con le misure di spending review che, in Italia come in Calabria, stanno caratterizzando la vita di tutti gli enti pubblici. Ancora più stonato se si tiene conto che Antonella Mangano, la titolare di questo incarico, percepisce uno stipendio annuale di 80mila euro, come aveva riferito in anteprima il Corriere della Calabria. Ma di una cosa Trematerra è certo: il garante della caccia sarà abolito «dalla prossima legislatura». Merito di un nuovo progetto di legge approvato nella commissione di riferimento e “benedetto” anche dal dipartimento Agricoltura. «Abbiamo detto sì all’abolizione del garante – spiega l’assessore regionale -, la cui attività non è amministrativa, ma relativa all’elaborazione del calendario venatorio. In un periodo di spending review è giusta un decisione di questo tipo». La questione è stata sollevata in consiglio regionale grazie a una interrogazione presentata da Mimmo Talarico (Idv), che ha chiesto alla giunta se non fosse il caso «di abolire detta figura, valutata la sua non indispensabilità ai fini del monitoraggio sull`attività venatoria, che, con ogni evidenza, potrebbe essere svolto da personale, certamente qualificato, in forza al Dipartimento numero 6». (0030)
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