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«Condannate perché ci chiamiamo Strangio»

REGGIO CALABRIA I giudici della Corte d`appello di Reggio Calabria, riformando parzialmente la sentenza di primo grado del gup, hanno condannato sei persone a pene variabili da un anno e quattro me…

Pubblicato il: 29/04/2013 – 19:06
«Condannate perché ci chiamiamo Strangio»

REGGIO CALABRIA I giudici della Corte d`appello di Reggio Calabria, riformando parzialmente la sentenza di primo grado del gup, hanno condannato sei persone a pene variabili da un anno e quattro mesi a otto anni.
Tra i condannati per associazione mafiosa figurano anche Angela e Teresa Strangio, sorelle di Giovanni, ritenuto l`ideatore ed uno degli autori della strage di Duisburg del Ferragosto 2007 in cui furono uccise sei persone e che rappresentò il culmine della faida di San Luca tra le cosche di `ndrangheta Pelle-Vottari e Nirta-Strangio.
Angela Strangio è stata condannata ad otto anni (otto anni e otto mesi in primo grado, il 31 maggio 2011) e Teresa a sette anni e quattro mesi contro gli otto anni inflitti dal gup al termine di un processo con rito abbreviato scaturito da un troncone dell`inchiesta Fehida contro le cosche di San Luca.
Le condanne sono state duramente contestate dalle due imputate, che in una nota sostengono che «nessun essere umano dovrebbe ergersi a giudice di un altro essere umano perché uno solo è il giusto giudice, Dio». Praticamente un “classico” delle proteste dei presunti `ndranghetisti davanti alle decisioni dei giudici.
Dopo avere definito il fratello «un innocente mandato all`ergastolo senza un giusto processo, senza un solo indizio che lo collochi sul luogo del delitto», Angela e Teresa Strangio commentano la loro condanna dicendo di provare «solo tanta amarezza ed indignazione».
«Ci hanno fatto aspettare – proseguono – rinviando di volta in volta l`udienza perché si doveva aspettare la Cassazione per decidere sulle nostre sorti, facendo di tutta l`erba un fascio. Ora qualcuno ci deve spiegare a quale scopo abbiamo aspettato visto che non abbiamo avuto lo stesso trattamento degli altri. Le altre donne sono state assolte in primo grado e altre condannate ad un anno e pochi mesi, con la sospensione. Donne che, stando agli atti, portavano uomini armati a summit nei bagagliai delle proprie auto, ma ciò nonostante non hanno avuto lo stesso trattamento di noi sorelle Strangio. Perché per noi non è stata riqualificata l`imputazione, perché ci chiamiamo Strangio?».
«È vera – proseguono le due sorelle – la trattativa tra Stato e `ndrangheta? In questi procedimenti sono stati assolti quasi tutti. Solo noi siano state condannate per 416 bis, senza attenuanti malgrado fossimo incensurate». E poi il linguaggio cambia. Si passa a un registro simile a quello usato, in certi contesti, nelle intercettazioni telefoniche: «In questi procedimenti sono stati assolti solo gli infami e i tragidiatori. Allora è vero che a pagare sono sempre gli innocenti e i mafiosi vengono assolti?». (0020)

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