REGGIO CALABRIA Aurelio Chizzoniti non ha il diritto di sapere quel che succede in Fincalabra, né di conoscere le modalità attraverso cui la società partecipata ha proceduto all’assunzione di nuovo personale. Potrebbe essere riassunto così l’intervento del neoassessore alle Attività produttive Demetrio Arena (alla sua prima presenza in consiglio regionale), che oggi ha chiarito un punto: la commissione di Vigilanza presieduta da Chizzoniti non può esercitare controlli sull’ente guidato da Umberto De Rose.
L’ex sindaco di Reggio ha letto un documento (predisposto dall’ufficio dell’assessorato) nel quale – tra le righe – vengono specificate le ragioni che impedirebbero il controllo di una commissione speciale del Consiglio su un ente totalmente partecipato dalla Regione. Che – come denunciato da Chizzoniti – avrebbe proceduto ad assunzioni di «parenti e affini» escludendo altri candidati più qualificati e dai curricula più prestigiosi.
Le ragioni esposte da Arena – quasi una giustificazione all’atteggiamento evasivo tenuto da De Rose, ostinato nel suo rifiuto di consegnare la documentazione richiesta dal presidente della commissione – poggiano le basi su una direttiva «adottata dal direttore generale del dipartimento Controlli» che porta la data del 28 marzo 2013 (quando le denunce di Chizzoniti erano già di pubblico dominio). La stessa direttiva – ha spiegato Arena – demanda il controllo sull’andamento dei singoli servizi «al dipartimento che procede all’affidamento». Nel caso in questione, quello delle Attività produttive. Che sarebbe il solo a poter verificare la correttezza delle procedure messe in atto da Fincalabra per le nuove assunzioni.
Ma Arena precisa inoltre che «Fincalabra spa, quale soggetto in house della Regione Calabria, è comunque tenuta all’osservanza delle regole e procedure pubblicistiche per l’espletamento dei servizi affidati con particolare riferimento ai progetti finanziati a valere sulle risorse comunitarie del Por-Fesr 2007-2013».
L’assessore regionale specifica che il dipartimento Attività produttive ha richiesto «cortesi» informazioni a Fincalabra sulle presunte anomalie relative alle assunzioni. La risposta? La società ha asserito che «”pur rilevando casi di omonimia con politici in carica, non ci è dato sapere (tranne che per un caso appreso dalla stampa) se tra gli assunti ci sono parenti, nipoti, affini collaterali o cugini di politici in carica”». Tradotto: forse i parenti illustri sono stati assunti, ma non abbiamo modo di verificarlo.
A tirare fuori il “caso Fincalabra” in Consiglio è stata un’interrogazione dei consiglieri Emilio De Masi e Mimmo Talarico (Idv), che – sulla scorta delle denunce di Chizzoniti – hanno chiesto ad Arena se corrispondesse al vero «quanto riportato dal Corriere della Calabria in riferimento alle assunzioni» nella partecipata regionale. L’assessore ha fornito la sua risposta: Fincalabra non ne sa niente; la commissione di Vigilanza, invece, non può fare niente. Una presa d’atto che sembra dare ragione allo stesso Chizzoniti che, data la sua presunta inutilità, aveva ironicamente proposto lo scioglimento dell’organismo di controllo da lui stesso presieduto. (0030)
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