COSENZA Non avrebbe «previsto l`esondazione del fiume Crati». È con questa motivazione che è stato rimosso dal suo incarico Domenico Percolla, commissario straordinario delegato per l`attuazione degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria. La decisione è stata resa nota in un`intervista al Corriere della Sera dall`ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, tornato al ministero nel ruolo di direttore generale. Percolla, quindi, è stato rimosso perché avrebbe avuto delle responsabilità nell`esondazione del fiume Crati dello scorso 18 gennaio quando gli argini del fiume hanno ceduto allagando il Parco archeologico di Sibari.
Nei giorni scorsi i cinque consiglieri regionali del Pd avevano richiamato l`attenzione sugli sprechi e i ritardi accumulati in Calabria dal commissario Percolla. In un`interrogazione presentata al presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e all`assessore regionale ai Lavori pubblici Giuseppe Gentile, il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione (primo firmatario), assieme ai colleghi Antonino De Gaetano, Bruno Censore, Mario Franchino e Nicola Adamo, ha chiesto a Scopelliti e Gentile di sapere quali iniziative urgenti e tempestive intendono assumere nei confronti del governo nazionale per far cessare immediatamente il commissariamento per l`attuazione dell`Apq per la riduzione del rischio idrogeologico in Calabria, considerati i fallimenti, gli sprechi e l`incapacità del commissario a far partire e realizzare i 179 interventi previsti dallo stesso Apq. «Ad oggi – è scritto nell`interrogazione – solo quattro gare d`appalto sono state espletate sui 179 interventi previsti dall`Apq e, che tra questi, era prevista anche la sistemazione del fiume Crati nei pressi dei comuni di Cassano e Corigliano e, quindi, l`area colpita dalla recente alluvione che ha inondato l`area archeologica di Sibari, il cui intervento, che richiede la somma di quattro milioni di euro, poteva e doveva essere stato già realizzato da tempo, evitando così un ulteriore grave danno all`immagine della nostra regione e a un`area archeologica di interesse mondiale». (0050)
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