Un peggiore esordio il neo-assessore Demetrio Arena non poteva procurarselo. Eppure il compitino assegnatogli era semplice, semplice: doveva fare chiarezza su quanto accade dentro Fincalabra alla luce dell`indagine interna, aperta dalla Commissione regionale di vigilanza alla quale si erano rivolti molti giovani presi in giro, bistrattati e sbertucciati dal presidente di Fincalabra Umberto De Rose che, stracciati i loro curricula, ha proceduto all`assunzione di “noti figli d`arte”.
La questione era stata posta, con una interrogazione dei consiglieri regionali Talarico e De Masi, ancor prima che il defenestrato sindaco di Reggio Calabria venisse compensato per la sua fedeltà al capo con un posto di assessore regionale. Insomma quale migliore occasione per smentire nei fatti quanti hanno sempre ritenuto che Arena sia solo uno “yesman” della politica? Quale occasione migliore per dare concretezza alle sempre proclamate idee di legalità e trasparenza della pubblica amministrazione che affollavano le conferenze stampa di Demetrio Arena nel burrascoso epilogo della sua sindacatura?
Ed invece Arena ha letto il compitino che dall`assessorato gli hanno consegnato. Un compitino sviluppato in due fasi: la prima giuridicamente avventurosa; la seconda, addirittura, grottesca.
Ha detto Arena, in sostanza, che bene ha fatto Umberto De Rose a non riconoscere alla Commissione regionale di vigilanza il potere di chiedere conto dell`operato di Fincalabra. Perché «il controllo sull’andamento dei singoli servizi è demandato al dipartimento che procede all’affidamento». Nel caso in questione, quello delle Attività produttive. Che sarebbe il solo «a poter verificare la correttezza delle procedure messe in atto da Fincalabra per le nuove assunzioni».
Insomma il consiglio regionale si sarebbe dotato di un organismo inutile, almeno questo è il pensiero di un assessore “esterno” come Demetrio Arena.
Nel merito arriviamo al grottesco, perché il neo-assessore informa che tuttavia il suo dipartimento ha chiesto «informazioni a Fincalabra sulle presunte anomalie relative alle assunzioni», ottenendo questa risposta: «Pur rilevando casi di omonimia con politici in carica, non ci è dato sapere se tra gli assunti ci sono parenti, nipoti, affini collaterali o cugini di politici in carica». Tradotto: forse i parenti illustri sono stati assunti, ma non abbiamo modo di verificarlo.
Vediamo di soccorrere il povero assessore Arena con l`ennesimo consiglio del quale non terrà conto. Potrebbe fare una cosa semplicissima: chiedere al senatore Tonino Gentile se tra le persone assunte da Umberto De Rose in Fincalabra c`è anche la sua figliola. Dovesse avere difficoltà ad incontrare il senatore Gentile o a procurarsi il suo numero di telefono, il buon Arena potrebbe chiederlo, nella pausa dei lavori del consiglio regionale, al suo collega di Giunta, Pino Gentile, che di Tonino è fratello così come è papà del vicesindaco di Cosenza e zio della titolatissima formatrice assunta da Fincalabra per alzare il livello di crescita del sistema industriale calabrese.
PS. Tra le carte che gli ha lasciato in eredità il suo predecessore, il neo-assessore Arena troverà anche un decreto esecutivo firmato dal prefetto Mariagrazia Nicolò prima di lasciare l`incarico di direttore generale. Tale decreto impone all`industriale Umberto De Rose di restituire alla Regione Calabria circa 5 milioni di euro indebitamente percepiti. Sarebbe il caso, per fugare ogni dubbio sui rapporti tra Giunta e vertici di Fincalabra, di rassicurare i calabresi sull`avvenuto recupero di quei soldi.
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