REGGIO CALABRIA La riforma degli enti sub-regionali è stata definitivamente varata. L’impostazione iniziale del provvedimento è stata mantenuta, con alcune eccezioni. Si salvano infatti l’Ente fiera Cosenza e la Calabria Film Commission, inizialmente inclusi nella lista degli organismi da sopprimere o accorpare. Numerosi gli emendamenti approvati, che hanno modificato almeno in parte il testo di legge concepito dal sottosegretario Alberto Sarra. La novità più importante riguarda la nuova Agenzia regionale per il marketing turistico e territoriale, bocciata in seguito al voto nominale dell’assemblea. L’ente, che avrebbe dovuto inglobare le funzioni della Fondazione Calabria film commission, non ha ottenuto la maggioranza dei due terzi prevista dallo Statuto per la nascita di nuovi enti. La questione è stata al centro di una querelle tra il sottosegretario Sarra e il presidente del Consiglio Talarico, con il primo convinto che la creazione del nuovo ente fosse vincolata alla sola maggioranza semplice, e il secondo fermo nell’interpretazione ferrea dello Statuto. Sarra ha abbandonato l’aula in segno di protesta, Talarico ha invece messo ai voti la norma, che non ha ottenuto il favore della maggioranza qualificata dell’assemblea. Tra le novità di rilievo c’è che le attività della Fondazione Terina «non direttamente attinenti al settore ricerca vanno scorporate e acquisite da Fincalabra spa e il personale addetto alle suddette attività sarà assorbito dalla stessa società entro il 31 dicembre 2013».
La riforma è stata approvata a maggioranza, con l’astensione di Pd e di Rosario Mirabelli (Misto). Voto contrario invece per Italia dei valori e Federazione della sinistra (Damiano Guagliardi).
Particolarmente critico il capogruppo democrat Sandro Principe: «Per fare una buona riforma non serve soltanto risparmiare. Noi abbiamo una cultura riformista, ma ci poniamo una domanda: questa Regione vuole realmente abbandonare la logica del centralismo esasperato? Questa riforma rafforza una visione centralista della Regione. Noi tocchiamo settori importanti come quello abitativo senza alcun coinvolgimento delle autonomie locali». Mimmo Talarico (Idv) non nasconde tutta la delusione nei confronti di una riforma a suo parere mancata: «Eravamo arrivati qui con le migliori intenzioni, ma la montagna ha partorito il topolino. Pensavamo di essere davanti a un processo riformatore ma in realtà gli enti e i soggetti che costano tanto alla Regione non sono stati toccati. Solo qualche intervento per incentivare la propaganda della giunta regionale».
Gli emendamenti bocciati
Tra gli emendamenti, anche quello presentato dallo stesso Talarico, che ha proposto il recesso della Regione dalle società Stretto di Messina, Fondazione Calabria etica e Commissione regionale per l’emersione del lavoro nero. Modifica respinta al mittente dal sottosegretario Sarra, che ha ricordato soprattutto l’importanza di Calabria etica, in quanto «unico ente che risponde al settore sociale».
Demetrio Naccari Carlizzi ha invece proposto una diversa razionalizzazione dell’organismo presieduto da Pasqualino Ruberto. In particolare, il consigliere pd ha chiesto la trasformazione dell’ente in fondazione di comunità, con la partecipazione dei Comuni capoluogo di provincia. La maggioranza ha però respinto anche questa proposta. Categorica la decisione dell’Aula in merito alla dismissione di tutte le partecipazioni della Regione nelle varie società, così come aveva richiesto il consigliere idv Giuseppe Giordano: l’emendamento è stato cassato.
La riforma
Finisce l’attività della Fondazione calabresi nel mondo. La soppressione dell’ente, secondo il calcolo degli ideatori della riforma, comporterà un taglio dei costi pari a 200mila euro. La “Taglia-enti” sancisce inoltre il trasferimento delle partecipazioni della Regione nelle società Comalca e Comac a Fincalabra, che ne disporrà la liquidazione entro la fine del 2013. La riforma determina la stessa procedura per la società Calabria impresa e territori. La maggioranza – dopo una lunga discussione – ha però dato il via libera a un emendamento ispirato da Nicola Adamo (Pd), che prevede l’accorpamento a Fincalabra dello stesso organismo, con l’obbligo di assorbirne il personale a tempo indeterminato.
Sancita inoltre la soppressione del garante della caccia, la cui abolizione determinerà un risparmio annuale di 80mila euro all’anno. Stesso destino per Sial servizi, per la quale il bilancio di previsione 2013 prevedeva uno stanziamento di 72mila euro. Nell’ottica della razionalizzazione di costi e servizi, la riforma determina anche l’accorpamento di molti organismi sub-regionali. Una misura che vale per la Fondazione Field, che sarà inglobata dall’Azienda Calabria lavoro, per un risparmio stimato in 161mila euro. Nasce poi il Corap (Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive), nel quale confluiranno i cinque organismi precedenti. Un’operazione grazie alla quale la giunta conta di produrre un taglio dei costi di circa quattro milioni di euro. Il riordino riguarda pure le cinque Aterp, che vengono riunite in un’unica Agenzia regionale per l’edilizia pubblica, con un risparmio di poco superiore ai due milioni di euro. I cinque Parchi marini vengono incorporati invece in un solo organismo: l’Ente per i parchi marini regionali, per una riduzione dei costi di quasi 150mila euro all’anno.
La legge determina alcuni cambiamenti anche per l’Arpacal, che avrà solo un revisore dei conti e un direttore generale, eliminando le figure del presidente e del cda, per un contenimento economico di quasi 80mila euro.
L’appello di Scopelliti
«Bisogna approvare il testo all’unanimità». Il varo della riforma “Taglia-enti” ha avuto una lunga premessa, rappresentata dall’appello del governatore a tutte le forze del consiglio regionale: «Non abbiamo bisogno di un’aula che si divide, c’è invece la necessità di un’ampia condivisione, perché questa riforma rimarrà per i prossimi anni come punto di riferimento per i cittadini». Secondo Scopelliti il pacchetto predisposto dal sottosegretario Alberto Sarra costituisce un «intervento verso quegli enti che non hanno raggiunto gli obiettivi previsti. Un modo per porre fine all’esperienza dei carrozzoni, da sempre utili solo alle esigenze clientelari della politica. Con questo intervento poniamo fine a questo tipo di esperienza».
Il testo che ridisegna l’intera geografia degli enti sub-regionali ha bisogno secondo Scopelliti – di un appoggio bipartisan, «perché la politica oggi diventa più forte se manda un segnale». «Tutti condividiamo che le Asi, che Field non hanno più motivo di essere – ha aggiunto il governatore, senza peraltro dire nemmeno una parola sull’ammanco ingiustificato da 500mila euro che ha interessato l’ente -, che non servono dieci parchi marini, che serve una nuova soluzione dell’Afor: se questi sono i presupposti che muovono una classe politica, è chiaro che serve uno strumento per dire basta e porre fine a questa stagione».
Poi il presidente della giunta regionale allarga il campo e affronta tematiche più generali. Come quella dell’antipolitica, che «arma la mano di squilibrati e portatori di odio». Il riferimento è all’attentato di domenica a Palazzo Chigi, che ha determinato il ferimento di due carabinieri per mano di Luigi Preiti. «Quando diciamo che ci sono consiglieri indagati senza dire chi sono – ha commentato Scopelliti -, si arma la mano di queste persone». Ma per il governatore «il problema non è la politica in senso stretto, ma tutto quello che gli ruota intorno».
C’è anche tempo per riflessioni più attuali, come la polemica scatenata all’indomani dell’intervista rilasciata dallo stesso governatore a Report, la trasmissione di Mile
na Gabanelli, durante la quale Scopelliti ha detto di preferire l’amicizia al merito, nell’ambito delle nomine negli organismi regionali, sanitari e no: «Gli enti devono essere governati in modo da garantire l’indirizzo politico, grazie a persone sulle quali viene riposta fiducia. Vorrei vedere chi farebbe il contrario. È uno scandalo? Siamo seri, qualcuno dovrebbe guardarsi allo specchio». Scopelliti chiarisce pure il “caso Calabria etica”, dapprima nell’elenco degli enti destinati alla soppressione e infine stralciato quasi a sorpresa: «Abbiamo deciso di non chiudere questo organismo, in quanto può svolgere una funzione importante sul territorio ed è uno strumento utile ai bisogni della popolazione».
Le reazioni
Diversificate le reazioni della minoranza, con Demetrio Naccari Carlizzi convinto della necessità della riforma, ma scettico sulla reale efficacia di fronte alle sfide della Calabria. «Dopo lo scoppio della recessione – ha detto – c’è il rischio dell’insufficienza di determinati provvedimenti. Per questo abbiamo cercato di intavolare un dialogo, per votare tutti insieme una norma che incidesse realmente sui costi della macchina regionale. La Calabria ha bisogno di queste riforme, ma in questo caso non ci si è posto il problema di dare efficienza ai nuovi organismi che si vanno ad accorpare».
«Ci sono troppe ombre in questo provvedimento – commenta Giuseppe Giordano (Idv) -, come la partecipazione nella società Stretto di Messina: la Regione non ha ragione di esserci, visto che il progetto del Ponte è stato archiviato».
Contento a metà, invece, Rosario Mirabelli (Misto), secondo cui si tratta di un «atto doveroso, anche se la tematica doveva essere affrontata sotto l’aspetto della funzionalità e non solo sotto quello ragionieristico».
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