Mentre all`interno dell`Aula si votava la fiducia, ieri mattina Mario Monti riuniva i suoi in una saletta riservata del Senato. All`ordine del giorno l`individuazione dei nuovi sottosegretari. Le nomine dovrebbero arrivare entro la fine di questa settimana. Intanto il numero massimo non potrà andare oltre i quaranta, quota fissata dalla legge che pone all`esecutivo un tetto di 63 componenti (ventidue ministri più il premier ci sono già).
Secondo una suddivisione di quote che assomiglia molto al Manuale Cencelli della Prima Repubblica, ai rappresentanti di Scelta Civica toccherebbero sei-sette poltrone. Una o al massimo due di esse saranno appannaggio dell`Udc.
Lorenzo Cesa ha già espresso la sua indicazione: Roberto Occhiuto. Dopo essere rimasto fuori dal Parlamento e dalla nuova giunta regionale calabrese, il segretario nazionale dell`Udc è al lavoro per assicurare una ricollocazione di Occhiuto nella politica attiva. Sul suo nome (l`unico a insidiarlo potrebbe essere Mauro Libè) c`è anche l`ok di Pierferdinando Casini, di cui Occhiuto è uno dei più stretti collaboratori.
Quella dell`esponente centrista potrebbe non essere l`unica presenza calabrese nel governo delle larghe intese. In predicato per un posto di sottosegretario c`e pure la pidiellina Jole Santelli. Per lei potrebbe verificarsi un ritorno al dicastero della Giustizia o un trasloco all`Interno, dove si è da poco insediato Angelino Alfano.
Nel Pd è ancora tutto in alto mare. Ai democrat andranno circa venti postazioni, che saranno divise tra i leader delle diverse correnti. I nomi più forti che circolano in queste ore sono quelli del veltroniano Marco Minniti, della bersaniana Rosa Calipari e del renziano Ernesto Carbone. Ma prima si dovrà fare i conti con i paletti posti da Letta, che chiede di aprire quanto più possibile a tecnici e donne.
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