ISOLA CAPO RIZZUTO «Beh, cosa vuole che le dica… Quando chiedevo alle persone la loro disponibilità a candidarsi con me, ho notato un certo imbarazzo. Quasi un fastidio per la domanda rivolta». Carolina Girasole è un sindaco abituata a saggiare sulla sua pelle quanto sia difficile fare politica in una terra come la Calabria. Ancora di più in un territorio ad alta densità mafiosa come quello di Isola Capo Rizzuto. Non è facile mantenere la schiena dritta davanti alla tracotanza della `ndrangheta. La Girasole ci è riuscita, non si è piegata nemmeno quando a gennaio dello scorso anno hanno dato fuoco al portone del Municipio, e il risultato sapete quale è stato? Che per riuscire a chiudere una sola lista, il sindaco e i (pochi) fedelissimi, hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie. Il principale partito della coalizione, il Pd, che l`ha sostenuta cinque anni fa, ha dapprima fatto spallucce davanti all`ipotesi di una sua ricandidatura. Poi, dopo settimane e settimane di discussioni interne, la soluzione pilatesca: il partito è spaccato in due per cui non sarà presente sulla scheda elettorale. Qualcuno è rimasto a sinistra con la Girasole e altri esponenti di Sel e Rifondazione comunista, gli altri (tra cui il segretario della sezione locale Salvatore Friio) hanno deciso di sostenere la corsa a primo cittadino di una vecchia conoscenza della politica locale: Damiano Milone. Che è stato già sindaco di Isola Capo Rizzuto negli anni in cui l`amministrazione comunale è stata sciolta per infiltrazioni mafiose. La Girasole preferisce non guardare in casa altrui ma fermarsi ad analizzare cosa è stato fatto nel corso di questi ultimi cinque anni: «Vogliamo legalità e trasparenza. Hanno bruciato tre macchine, anche quella di mio padre. Mi scrivono minacce di morte sui muri. In Comune quasi nessuno era entrato per concorso, tutti cooptati, inadeguati per numero e capacità. Ho riattivato i concorsi e proceduto al loro espletamento». Evidentemente ciò non è bastato a convincere tutti gli alleati di un tempo. A pesare potrebbe essere stata la scelta del sindaco di candidarsi alle ultime elezioni alla Camera con i montiani di Scelta civica. «Ma no, non credo», ribatte lei con fermezza. Tra le novità di questa tornata elettorale c`è anche il fatto che a Isola si vota per la prima volta col doppio turno. L`ultimo censimento ha certificato che i residenti sono oltre quindicimila e, dunque, sarà necessario un turno di ballottaggio se nessuno dei candidati dovesse raggiungere il 50% più uno dei consensi. A beneficiare dello scontro nell`ambito del centrosinistra tra Milone e Girasole, potrebbe essere Gianluca Bruno, assessore della giunta provinciale di Crotone e candidato di Pdl, Udc, i “Demokratici” di Enzo Sculco (ex consigliere regionale condannato in via definitiva per concussione) e un altro movimento civico. Giusto per far capire che nulla è cambiato da queste parti, ignoti nelle scorse settimane, dopo l`ufficializzazione della discesa in campo, hanno dato alla fiamme l`automobile di Bruno. Nei mesi scorsi il suo nome è finito sui giornali per aver preso parte, nel 2008, a una cena in un locale pubblico, al quale era presente – tra gli altri – Fabrizio Arena (arrestato nel 2010), figlio di Carmine, incontrastato boss di Isola Capo Rizzuto. Capo indiscusso di questa porzione di Calabria fino all’ottobre 2004, quando venne fatto saltare con il suo Suv blindato da un colpo di bazooka. Arena fu fotografato mentre brindava con l`ex senatore pidiellino Nicola Di Girolamo alla cui elezione la sua “famiglia” aveva contribuito in maniera determinante. Tornando all`attuale competizione elettorale, va detto che in campo ci sarà anche un quarto candidato. Si chiama Franco Sacco e guida la lista “La PrimaVera Isola”. È probabile che i suoi voti possano diventare determinanti in occasione di un eventuale ballottaggio. Ma prima c`è da vincere un`altra e più importante battaglia a Isola Capo Rizzuto. Quella per l`affermazione della legalità.
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