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La Calabria può uscire dalla crisi con un nuovo progetto

L’Italia ha un nuovo governo, nella pienezza delle sue funzioni democratiche, che di fatto inaugura una fase istituzionale e politica nuova quanto inedita. Dati gli schiaccianti problemi economi e …

Pubblicato il: 02/05/2013 – 15:59
La Calabria può uscire dalla crisi con un nuovo progetto

L’Italia ha un nuovo governo, nella pienezza delle sue funzioni democratiche, che di fatto inaugura una fase istituzionale e politica nuova quanto inedita. Dati gli schiaccianti problemi economi e sociali con cui le famiglie, le imprese e gli enti locali sono costrette a confrontarsi quotidianamente, le aspettative su questo governo sono altresì molto alte. Prova ne sono stati gli avvenimenti degli ultimi giorni nei quali il nostro Paese ha vissuto ore di grande fermento e tensione: negli stessi minuti in cui il nuovo governo si apprestava a giurare il suo dovere di fedeltà alle sue funzioni pubbliche, gli spari di un nostro concittadino, esasperato dalla crisi, rimbombavano a pochi metri dalla sede che stava per accogliere il nuovo esecutivo. Due Carabinieri pagano per il loro servizio a presidio delle istituzioni democratiche.
La crisi quindi, la cui percezione è ormai diffusa e che, ancor più nella nostra Regione, si salda al pregiudizio di una Calabria vittima della connivenza con un sistema clientelare ormai radicato e allo stesso tempo carnefice dei suoi cittadini cui non riesce a offrire soluzioni.
Eppure, senza voler negare la congiuntura negativa, e insieme le responsabilità di un sistema che ha progressivamente isolato la Calabria nell`immobilismo  è viva la necessità di un’idea, di un progetto per lo sviluppo della Calabria che è arrivato il momento di mettere in campo. In questo senso la crisi, termine che deriva dal greco krisis e significa “scelta”, “giudizio”, “decisione” ma anche “separazione”, “passaggio” da una situazione a un’altra, può configurarsi come un’opportunità di sfruttare tutte le nostre energie per convertire un momento ancorché difficile in un’occasione di cambiamento.
Un cambiamento che nasce dalla presa di distanza da contrapposizioni sterili per aprire un confronto su quel Progetto per la Calabria che è necessario realizzare continuando a lavorare con impegno e responsabilità  a proposte concrete e quindi essenziali per uscire dall`isolamento. Un cambiamento che esige la valorizzazione e il sostegno di una classe dirigente che si qualifichi per il contributo a pensare, credere e sostenere questo progetto per una nuova Calabria e, soprattutto, per cimentarsi, non solo e non tanto con il personale “posizionamento in politica” ma, soprattutto, con il “posizionamento delle politiche”. Un cambiamento che abbandona pregiudizi e autocommiserazione e parte da ciò che di positivo esiste, che è già stato fatto e che è nostro dovere implementare e portare a compimento.
A tali fini uscire dall`isolamento, per la Calabria, significa innanzitutto riforma. Una riforma radicale e istituzionale della Regione nella direzione dell`efficienza e della severità. Una riforma radicale che è ben diversa dalle iniziative assunte, negli ultimi giorni, dal consiglio regionale della Calabria che, sia pur contenenti elementi positivi, sono ben altra cosa da ciò che serve. La Regione deve creare, e confluire essa stessa, in un nuovo sistema operativo multi livello che svolga un’opera di legiferazione, di programmazione, di pianificazione, d’indirizzo e controllo attraverso il rilancio delle autonomie e delle potenzialità dei territori e che garantisca alle comunità i servizi che vanno considerati diritti inalienabili di cittadinanza.
Tra gli interlocutori privilegiati di questo nuovo indirizzo ci sono il mondo delle imprese, del sindacato, dell’istruzione-formazione, con particolare riferimento alla formazione universitaria, il terzo settore e le autonomie locali, in uno sforzo di concertazione che renda i sistemi interdipendenti e virtuosi.
Il sistema universitario calabrese ha ormai raggiunto gli obiettivi qualificanti di formazione e diffusione della cultura. È necessario adesso avviare una nuova fase capace di incidere sul sistema produttivo, investire sul rapporto impresa-ricerca favorendone al contempo forme innovative di collaborazione e di integrazione, orientare la ricerca applicata e l`offerta formativa specialistica per allargare le opportunità di inserimento dei giovani laureati calabresi nel mercato del lavoro regionale.
È necessario tenere conto ormai del ruolo primario del terzo settore (cooperative sociali, imprese sociali, associazioni di promozione sociale, fondazioni) che, non solo rappresenta elemento di sviluppo e di crescita occupazionale ma che è soprattutto un bacino di specializzazioni settoriali utili ad un nuovo sistema di welfare mix con l’obiettivo di produrre offerta di servizi essenziali alla cittadinanza e realizzazione concertata degli interventi.
Allo stesso modo la valorizzazione dell’ambiente diventa un nodo strategico per lo sviluppo e la valorizzazione dell’intera Regione e priorità per la gestione del territorio e la centralità dei territori. Valorizzazione che si coniuga alla tutela, senza soluzione di continuità. In questo processo di valorizzazione/tutela del territorio la Regione ha il ruolo di gestire un approccio integrato e l’unificazione delle procedure di controllo e di rilascio dei provvedimenti in campo territoriale, ambientale ed energetico previsti per la realizzazione e l’esercizio delle diverse attività a livello locale; il coordinamento degli interventi e della ricerca in campo territoriale, ambientale, energetico e di prevenzione e previsione dei rischi naturali e, soprattutto, la promozione dell’informazione, dell’educazione e della formazione in campo territoriale, ambientale ed energetico.
In conclusione, sento di poter accogliere, e riproporre all`attenzione e riflessione, le parole che il presidente del Consiglio Enrico Letta ha pronunciato alla Camera dei deputati, in una lezione politica che ha radici nobili e che necessariamente guarda al futuro: «Ho imparato da Nino Andreatta la fondamentale distinzione tra politica, intesa come dialettica tra diverse fazioni, e politiche, intese come soluzioni concrete ai problemi comuni. Se in questo momento ci concentriamo sulla politica, le nostre differenze ci immobilizzeranno. Se invece ci concentriamo sulle politiche, allora potremo svolgere un servizio al paese migliorando la vita dei cittadini».

*Consigliere regionale Pd

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