Il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione ha scritto al ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi in merito al completamento dell`A3 e al Ponte sullo Stretto. «Le recenti dichiarazioni dell`amministratore unico dell`Anas Pietro Ciucci sul completamento dei lavori dell`A3 e sulla necessità di realizzare il Ponte sullo Stretto – prosegue Guccione – ancora una volta ci hanno sbalordito ed offeso come calabresi prima e come amministratori regionali poi. Non comprendiamo, infatti, come si possa ancora impunemente affermare e ripetere che i cantieri dell`autostrada saranno completati e chiusi entro la fine del 2013 quando, alla data in cui Le scriviamo, ancora mancano da appaltare, come pubblicato sullo stesso sito dell`Anas, i lotti di Cosenza Sud-Altilia Grimaldi (2 maxi lotti); Sibari-Frascineto. Per dirla in cifre, dei 294,220 chilometri del tratto calabrese dell`A3 ne risultano
ultimati solo 101,200, mentre altri 118,720 chilometri sono stati appaltati. Rimangono ancora da finanziare e da progettare 58,600 chilometri, quasi tutti in provincia di Cosenza, e il fabbisogno finanziario per il completo adeguamento dell`intero asse autostradale ammonta ad oltre 2,8 miliardi di euro. Se pure tali lotti dovessero essere appaltati oggi, occorrerebbero almeno altri cinque anni di lavori per terminarli. A tal proposito attendiamo da Lei una risposta chiara e definitiva, che sgomberi finalmente il campo da ogni possibile equivoco o fraintendimento».
«La seconda questione – sostiene ancora Guccione – su cui vorremmo si facesse definitivamente chiarezza è l`ormai annosa vicenda che riguarda la costruzione del Ponte sullo Stretto senza il quale, ha detto l`amministratore dell`Anas in un recente convegno svoltosi a Cagliari, verrebbe meno il Corridoio 5 Helsinky-La Valletta. Pensavamo che, all`indomani della messa in liquidazione da parte del Governo Monti della Società “Stretto di Messina” e con la conseguente nomina del Commissario Liquidatore, questo capitolo fosse definitivamente accantonato e messo da parte. Credevamo fosse chiara l`insostenibilità di un`opera ormai superata nei fatti per la mancanza di risorse e per la necessità di concentrare tutti gli sforzi per garantire la continuità del Mezzogiorno con il resto del Paese. E, invece, no. Ancora una volta, caparbiamente, se ne torna a parlare, a prescindere da ciò che pensano e dicono le popolazioni interessate sulla realizzazione di quest`opera. Anche su questa vicenda le chiediamo massima chiarezza e determinazione».
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