REGGIO CALABRIA L`Ufficio di presidenza del consiglio regionale procede a tappe forzate sul progetto di riorganizzazione degli uffici di Palazzo Campanella. Non siamo ancora all`approvazione del progetto definitivo, ma poco ci manca. Nella riunione di oggi sono stati fatti ulteriori passi in avanti. Da quanto si è potuto apprendere, è confermata l`intenzione di procedere all`abolizione delle quattro aree funzionali: istituzionale; gestione e personale; relazioni esterne, comunicazione e legislativa; assistenza commissioni. Due dei responsabili di questi comparti, Ester Latella e Piero Modafferi, sono andati in pensione all`inizio dello scorso mese per cui, in caso di mantenimento in vita degli organismi, ci sarebbe anche il problema dell`individuazione dei nuovi responsabili (nel frattempo gli incarichi sono stati assunti ad interim dal segretario-direttore generale Nicola Lopez).
Il taglio di queste strutture dovrebbe comportare un risparmio quantificabile in alcune centinaia di migliaia di euro. «L`obiettivo – spiega uno dei componenti dell`Ufficio di presidenza – è quello di ridurre i livelli dirigenziali che sono elevati rispetto a quelli delle altre Regioni. A questo proposito metteremo nero su bianco una proposta di legge che approderà in consiglio regionale nella prima decade di giugno».
Per portare a termine la sforbiciata c`è infatti bisogno di mettere mano alla legge calabrese numero 8 del 1996, che disciplina l`ordinamento degli uffici di Palazzo Campanella.
Ma non è finita qui perché è intenzione dell`Ufficio di presidenza procedere pure con la soppressione dei “settori” (anche se all`interno dell`Ufficio di presidenza non manca chi vorrebbe tagliare i “servizi”), che sono le strutture amministrative subordinate alle aree funzionali.
Fari accesi anche sulla società “Portanova”, che gestisce una serie di servizi (vigilanza interna, accoglienza, ecc.) all`interno del consiglio regionale. Secondo la legge nazionale che riguarda tutte le società strumentali del Paese, controllate, direttamente o indirettamente, dalle pubbliche amministrazioni, entro il 30 giugno si deve procedere alla liquidazione ovvero mettere le azioni sul mercato. «Vogliamo rassicurare i dipendenti della società “Portanova” – si legge in una nota diramata da Palazzo Campanella – che l’Ufficio di presidenza è impegnato, tenendo conto della normativa nazionale, ad individuare un percorso che tuteli i lavoratori e soprattutto ad evitare inutili e dannosi allarmismi. In un momento così difficile, dal punto di vista economico e sociale e in particolare per l’occupazione, l’Ufficio di presidenza avverte la responsabilità di vigilare per evitare che l’attuazione della normativa nazionale possa ripercuotersi sui livelli occupazionali già esistenti. L’auspicio, ma anche la nostra sollecitazione, è che il legislatore nazionale possa rivedere alcune determinazioni che disciplinano la legge, in considerazione che, in alcuni casi, ci si trova di fronte a società in house finanziate con risorse pubbliche dalle peculiari caratteristiche, che svolgono fondamentali servizi e preziose funzioni amministrative. Caratteristiche – sostengono il presidente Francesco Talarico, i vicepresidenti Alessandro Nicolò e Pietro Amato e i segretari-questori Giovanni Nucera e Francesco Sulla – che nel caso che interessa il Consiglio della Calabria risultano essenziali per il soddisfacimento dei bisogni primari del funzionamento dell’assemblea legislativa».
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