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Per i tipi della Einaudi il Maledetto Sud di Vito Teti

COSENZA «Il problema sta nelle immagini e negli stereotipi, nel senso di noi che è stato costruito nei secoli grazie anche a sguardi non sempre benevoli, anzi ostili e miopi, parziali»: sembra una …

Pubblicato il: 30/05/2013 – 15:55
Per i tipi della Einaudi il Maledetto Sud di Vito Teti

COSENZA «Il problema sta nelle immagini e negli stereotipi, nel senso di noi che è stato costruito nei secoli grazie anche a sguardi non sempre benevoli, anzi ostili e miopi, parziali»: sembra una (puntualissima) riflessione sulle polemiche seguite al delitto Luzzi di Corigliano, invece è la presentazione del prossimo libro di Vito Teti. L`antropologo dell`Università degli Studi della Calabria, da poco rientrato dal Salone del Libro di Torino dove ha presentato “Il patriota e la maestra” (il volume Quodlibet è l`unico calabrese in finale al premio Tropea, in programma a fine settembre), pubblicherà a breve – pare dopo l`estate – il suo prossimo saggio: s`intitolerà “Maledetto Sud” e sarà edito nella collana Passaggi da Einaudi, uno dei più prestigiosi gruppi italiani, e tra i più importanti a livello internazionale.
«Perché non è semplice sentirsi parte di un`unica Italia? Perché viviamo nella “maledizione di un`identità angusta, chiusa e inventata”, come quella che oppone Nord a Sud?»: sono altre due domande alle quali Teti cercherà di rispondere in “Maledetto Sud”. Con una galleria di storie tragiche e di ricordi emozionanti, di immagini letterarie e antropologiche e di aneddoti tratti dalla propria esperienza personale – si legge ancora nella scheda-presentazione del volume –, il “mediterranologo” Vito Teti compone un repertorio lessicale acuto e provocatorio in cui smonta i principali luoghi comuni contro i meridionali – dalle retoriche post-risorgimentali fino alle ideologie leghiste – mettendo in discussione non solo chi usa la parola «terrone» o chi vorrebbe il Sud fuori dall`Italia, ma anche coloro che assolvono indiscriminatamente realtà che, a guardar bene, qualche critica la meriterebbero sul serio.
Teti, ordinario di Etnologia dell`Unical, si occupa da sempre dell`uomo e del suo rapporto con i luoghi, di borghi a rischio abbandono e di usanze alimentari (si vedano “Il pane, la beffa e la festa. Alimentazione e ideologia dell’alimentazione nelle classi subalterne”, Guaraldi 1976; “Mangiare meridiano. Culture alimentari del Mediterraneo”, Abramo 2002, libro di cui è curatore; “Storia del peperoncino”, Donzelli 2007, e “Pietre di pane. Un`antropologia del restare”, Quodlibet 2011).
Ne “La razza maledetta. Origini del pregiudizio antimeridonale” (manifestolibri 1993), uscito esattamente vent`anni fa, anticipava – oltre a molti dei temi che approfondirà nel prossimo saggio – il dibattito politico-culturale generato dall`affacciarsi di un soggetto atipico e non ancora inglobato negli orizzonti governativi quale nel ventennio berlusconiano si mostrò la Lega Nord.
Ora – dopo la parentesi tra storia e romanzo dedicata alla “misconosciuta storia d’amore e ribellione di Antonio Garcèa e Giovanna Bertòla ai tempi del Risorgimento” – un altro testo che entra nella carne viva del dibattito politico di un`Italia chiamata a interrogarsi sulla sua presunta “unità” adesso che la retorica delle celebrazioni sul 150enario sono state archiviate, e con essa la pubblicistica fiorita attorno all`“orgoglio terrone” di Pino Aprile.
Alla fine di questo viaggio, assicurano dalla casa editrice torinese, scopriremo di essere tutti un po` calabresi. (0070)

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