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A ServizioPubblico la Calabria di Sgarbi

Parte dalle case acquistate nel centro storico di Cosenza dopo il “colpo di fulmine” durante una visita nel 1989 il passaggio che Vittorio Sgarbi dedica alla Calabria, nel suo lungo intervento dura…

Pubblicato il: 31/05/2013 – 0:20
A ServizioPubblico la Calabria di Sgarbi

Parte dalle case acquistate nel centro storico di Cosenza dopo il “colpo di fulmine” durante una visita nel 1989 il passaggio che Vittorio Sgarbi dedica alla Calabria, nel suo lungo intervento durante l’ultima puntata di ServizioPubblico. In chiusura del talk-show politico di Michele Santoro, il critico d’arte ricorda il suo tour partito da Soveria Mannelli, dove – dice Sgarbi – «c`era un sindaco molto curioso (Mario Caligiuri, attuale assessore regionale alla Cultura, ndr)». Quando Sgarbi chiese di essere accompagnato per il centro storico del capoluogo bruzio gli dissero che «non c`era nulla» trascurando la bellezza della «Chiesa di San Francesco», «la casa dove abitava De Santis». Ricorda ancora il giro per corso Telesio assieme a un «medico che portò la macchina fotografica per scoprire Cosenza». Sgarbi constatò che il centro storico «c`era tutto» ed era abitato, «perfettamente conservato dalla miseria»: senza inserimenti architettonici che hanno deturbato altri centri d`Italia. Spiega meglio il concetto, espresso in origine da Leo Longanesi – e rilanciato dal sindaco Giacomo Mancini senior, alle cui vicende giudiziarie il garantista Sgarbi fa un rapido accenno, ma al quale il critico d`arte riconosce il merito di aver rilanciato Cosenza che è diventata «una città abitata e amata dai giovani».
Poi la menzione di un grande calabrese vivente, il rosarnese Salvatore Settis esperto di beni culturali, accanto al “cavaliere” Mattia Preti: la mostra di Venaria Reale coincisa con la presenza della Regione Calabria come ospite d’onore al Salone del Libro di Torino dà l’occasione a Sgarbi per affermare che il patrimonio da cui una regione può ripartire è fatto di storia e tradizione, comprese quelle enogastronomiche. A tale proposito mette in risalto come l`opera del calabrese Mattia Preti messa in apertura – “La fuga in Egitto di Caravaggio” – è stata assicurato per 180 milioni di euro.
Un invito alla salvaguardia del patrimonio culturale come un ritorno alla terra e al “buono, pulito e giusto” caro al guru di Slow Food Carlo Petrini. Citazione inaspettata nel pantheon sgarbiano. (0070)

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