LAMEZIA TERME A giudicare dai commenti che circolano sulla Rete non ci sono dubbi: Nicola Morra ha vinto nettamente il confronto televisivo che lo vedeva contrapposto allo storico tesoriere dei Ds Ugo Sposetti. Ospite di Enrico Mentana su La7, il senatore cosentino (che, tra l`altro, è tra i più accreditati per sostituire Vito Crimi alla presidenza del gruppo di Palazzo Madama) del Movimento 5 Stelle è andato all`attacco, criticando fortemente il disegno di legge consegnato dal Consiglio dei ministri al Parlamento sul taglio dei finanziamenti pubblici ai partiti. «Siamo ancora agli annunci – sono state le parole di Morra – e dovremo adesso verificare se al Senato e alla Camera ci sarà la reale volontà di procedere ai tagli». In buona sostanza, il provvedimento del governo mira ad abolire gradualmente i rimborsi pubblici ai partiti, sostituendoli con un sistema di incentivazione fiscale per i contributi dei privati cittadini. Il sistema, che andrà a regime solo nel 2017, prevede dunque tre canali di approvvigionamento per i partiti orfani dei rimborsi elettorali e del finanziamento pubblico: due per mille, agevolazioni fiscali per le donazione (anche micro donazioni di 50 euro), agevolazioni per i servizi alla politica (tariffe, immobili, sale congressi, spazi tv, ecc.). Con un piccolo particolare, messo bene in evidenza da Sergio Rizzo sul Corsera di oggi: «Il trattamento, per chi decide di aiutare economicamente un partito o un politico, è 12 volte più favorevole rispetto a quello cui ha diritto il sostenitore di un`opera benefica. Perché mentre il singolo cittadino che finanzia un`associazione impegnata nella lotta contro una malattia rara può detrarre dalle tasse il 26% del contributo fino a un tetto di 2065 euro, qui parliamo della possibilità di risparmiare il 52% fino a 5mila euro e il 26% fino a 20mila euro». In buona sostanza donare 20mila euro in beneficenza consente di detrarre al massimo 542 euro, regalare la stessa cifra a un partito ne fa invece risparmiare 6500.
Sposetti, che vanta dalla sua parte una lunga esperienza Botteghe Oscure come amministratore delle finanze del vecchio Pci-Pds, è consapevole di ciò ma non perde occasione per punzecchiare il governo: «Mi preoccupa davvero questa ansia demagogica in cui è caduto il presidente Letta». Pronta la replica di Morra: «Abbiamo un livello di disoccupazione da record, un sistema produttivo che sta perdendo quote di mercato e noi ci permettiamo il lusso di parlare se sia o meno il caso di mantenere in piedi i privilegi della politica?». Sposetti è chiaramente in difficoltà, cerca di argomentare sull`errore da non commettere ovvero «lisciare il pelo all`antipartitismo». La discussione, comunque, non degenera e Mentana si limita al minimo sindacale. Morra ha gioco facile nell`affondare i nuovi colpi: «Non possiamo continuare a finanziare un sistema che è assolutamente fuori controllo. Noi finora abbiamo permesso ai vari Lusi e Fiorito di fare quello che hanno voluto». Il senatore del Pd (che Morra chiama affettuosamente Ugo), prima dei titoli di coda, è costretto ad ammettere che «su alcune cose non si può non essere d`accordo».
Se sia stata o meno la prova generale della prima uscita da capogruppo al Senato è ancora presto per dirlo. Di certo la “prima” televisiva nazionale di Morra è andata al di là di ogni più rosea aspettativa.
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