REGGIO CALABRIA «Più passa il tempo più la vita dei cittadini calabresi è a rischio, poiché in tre anni di Piano di rientro non solo non sono stati salvaguardati i livelli essenziali di assistenza, ma anche i tempi di intervento sulle urgenze non rispettano i parametri previsti». È quanto emerge, secondo il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, dalle risultanze del Tavolo Massicci, dall`audizione in commissione Sanità del Senato da Francesco Bevere (direttore generale della programmazione sanitaria del ministero) e da Francesco Massicci (ispettore generale capo della Ragioneria generale) e dalla relazione della Corte dei conti sullo stato della sanità nella nostra regione. «Il sistema sanitario regionale – aggiunge – che è stato costruito in questi anni in alcuni territori non solo non è in grado di garantire le cure necessarie ai cittadini ma nemmeno di affrontare l`urgenza e l`emergenza sanitaria. D`altra parte, l`invito che è stato rivolto al commissario Scopelliti da questi autorevoli organismi nazionali ad attuare tempestivamente ogni azione utile e necessaria all`erogazione dei livelli essenziali di assistenza in maniera uniforme su tutto il territorio regionale, fotografa una situazione drammatica la quale, se non si porrà un rimedio nelle prossime settimane, potrà ulteriormente aggravarsi. In particolare, se non verrà sbloccato rapidamente il turnover dell`area sanitaria, la situazione precipiterà irreversibilmente arrivando ad un punto di non ritorno».
«Dei 733 posti letto – prosegue Guccione – per acuti previsti nei tre ospedali “spoke“ della provincia di Cosenza ne risultano ancora attivati poco più della metà e una parte di essi è a rischio ridimensionamento. Intere divisioni potrebbero essere chiuse per carenza di medici e operatori sanitari. In alcuni casi, di fatto, è messa a rischio anche la piena funzionalità del pronto soccorso che, di conseguenza, rischia la chiusura. Se ancora, per fortuna, non si è arrivati al punto limite è solo grazie all`abnegazione, al sacrificio e alla professionalità di tutti coloro i quali (medici, paramedici, Oss, tecnici) fanno quotidianamente il loro dovere, sobbarcandosi turni massacranti e carichi di lavoro disumani ed elevati. Proprio di recente il nostro Paese è stato condannato per la terza volta dall`Europa (e la prossima, se non si correrà ai ripari, sarà aperta una vera e propria procedura di infrazione), perché non viene rispettato il sistema obbligatorio di stacco e riposo di almeno 11 ore tra un turno e l`altro da parte del medico. Se questo criterio dovesse essere applicato in Calabria diversi presidi ospedalieri dovrebbero essere chiusi immediatamente».
«Se, dunque – conclude – la gravità della situazione sanità in Calabria è così acuta e drammatica, come hanno confermato gli organismi nazionali più autorevoli del settore e come noi, ormai da tempo e con dati alla mano, andiamo sostenendo, c`è bisogno di una energica iniziativa istituzionale nei confronti dell`attuale governo a cui deve essere chiesta l`immediata deroga al blocco del turnover e l`attivazione di tutti i posti letto per acuti previsti dal Piano di rientro, per evitare che anche quelli che oggi sono attivi vengano ridimensionati o che, addirittura, vengano smantellati e chiusi interi reparti. Dalle analisi e dalle parole occorre definitivamente passare ai fatti concreti. Quando si governa e si ha a che fare con un tema delicato e importante come la salute, non si può continuare a giocare con la vita dei cittadini». (0040)
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