COSENZA “Ci prepariamo da settimane all’eventualità di uno scontro del genere”. Da uno dei collaboratori più fidati di Mario Occhiuto arrivano parole che sono la cifra di ciò che accade nel centrodestra cosentino. Una compagine, forse, mai veramente compatta. E, adesso, pronta a un confronto tra le correnti che la animano. I protagonisti sono il sindaco e l’ex vicesindaco, defenestrata dalla giunta e fuori anche dal consiglio comunale. Sono le figure in primo piano di una contesa che è stata giocata (anche) altrove. Tra Reggio Calabria e Catanzaro. Non si può far fuori dalla giunta la figlia di uno dei più importanti assessori regionali senza prima aver chiesto il placet del governatore. Dunque, nell’orizzonte della disfida entra Giuseppe Scopelliti. Che avrebbe dato il via libera alla mossa di Occhiuto assieme a uno dei consiglieri regionali emergenti del Pdl, Fausto Orsomarso.
La decisione di ritirare le deleghe a Katya Gentile è maturata nello scorso fine settimana, quando i toni dello scontro si sono fatti più accesi. Il sindaco aveva scelto di tagliare i ponti ancor prima dell’irriverente accostamento con il capitano Schettino (citazione di un pezzo cult di satira firmato da Nunzio Scalercio). Il paragone tra il primo cittadino e il capitano fuggito dalla Costa Concordia ha solo dato modo ai vertici di Palazzo dei Bruzi di accelerare le operazioni, ma la fiducia necessaria a confermare l’incarico era venuta meno giorni prima, forse settimane prima.
Le stesse settimane che sono servite a Occhiuto e ai suoi per capire quali potrebbero essere le conseguenze del muro contro muro. Nessuno lo nasconde: fare i conti con le maggioranze variabili – specie a Cosenza – è pericolosissimo, si rischia di finire stritolati dalle richieste di chi è pronto a offrire un sostegno in cambio di posti al sole che scarseggiano. Ma il sindaco è pronto a correre il rischio. Certo, ai piani alti di Palazzo dei Bruzi hanno già messo mano al pallottoliere. Dopo l’allontanamento di Katya Gentile, potrebbero lasciare la maggioranza in tre, forse in quattro. Si dà per certo l’addio di Massimo Lo Gullo, gentiliano di ferro e per probabili quelli di Carmine Manna e Carmelo Salerno. Questi ultimi sarebbero pilotati fuori dalla maggioranza dallo scontro in atto tra il punto di riferimento della loro area, l’assessore regionale al Bilancio Giacomo Mancini, e Fausto Orsomarso. Resta in bilico la posizione del quarto possibile transfuga, Franco Perri. Tutte considerazioni attese dalla prova dei fatti. Certo è che se il centrodestra dovesse perdere tanti pezzi, Occhiuto potrebbe capitolare alla prima scadenza utile. Anche per questo, il sindaco, nelle ultime ore, ha effettuato un sondaggio anche tra i ranghi dell’opposizione, chiedendo a qualche esponente del Pd un’eventuale sponda. Non ci sono, ovviamente, notizie ufficiali, ma pare che dai Democrat non sia arrivata una chiusura netta.
In un quadro così frastagliato, chi avrà qualche problema a gestire le rimostranze gentiliane è senza dubbio Scopelliti, che confeziona il secondo “schiaffo” ai Gentile dopo quello delle nomine all’Azienda ospedaliera (dove le richieste della corrente che fa capo ai due fratelli sono state ridimensionate). Il suo “via libera” alla manovra affonda le radici nell’ultimo rimpasto di giunta. Quando l’Udc nazionale fece il nome di Roberto Occhiuto per l’esecutivo regionale, il governatore fu, sulle prime, possibilista. Poi, arrivò il niet di Pino e Tonino Gentile (il senatore che è anche vice coordinatore regionale del Pdl) e non se ne fece nulla. Occhiuto aveva un favore da chiedere (o uno “sgarbo” istituzionale da restituire) e l’occasione gli si è presentata in questa tiepida primavera che annuncia una caldissima estate per la politica. (0020)
x
x