«Per anni sono stato spiato», è quanto ha dichiarato oggi nell`aula del tribunale di Roma l`ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli chiamato a testimoniare nel processo a carico del consulente informatico Gioacchino Genchi e dell`ex pm Luigi De Magistris, attuale sindaco di Napoli. I due sono accusati di abuso d`ufficio per aver acquisito illecitamente nel 2006, nell`ambito dell`inchiesta “Why not”, i tabulati telefonici di alcuni esponenti politici.
«Genchi – ha esordito Pittelli – è stato il mandatario di un mandante ben preciso che è stato individuato. Non mi interessa tanto che siano stati acquisiti i miei tabulati, senza neppure l`autorizzazione della Camera, ho trovato ignominiose le considerazioni che Genchi ha fatto sulla base del dato telefonico. De Magistris, con il quale ho avuto a Catanzaro un contenzioso durissimo tanto da aver presentato una cinquantina di esposti al Csm senza alcun esito, era un magistrato di scarsissima capacità professionale sin dalle prime uscite investigative. Genchi, che nella relazione finale ha scritto cose inenarrabili sul mio conto, aveva il chiaro mandato di rinvenire a tutti i costi elementi a carico dell`unico nemico di De Magistris del foro catanzarese che gli teneva testa».
Durante l`udienza del processo è stato ascoltato anche il senatore del Pd e sottosegretario con delega ai servizi, Domenico Marco Minniti. La sua audizione è ruotata attorno alla figura di Antonio Saladino, l`imprenditore lametino al centro dell`inchiesta Why not. «Ho conosciuto Antonio Saladino – ha detto Minniti – alcuni anni fa, mi colpì il fatto che fosse scortato dalle forze di polizia. Non sono certo ma escludo che possano esserci stati dei contatti telefonici tra noi».
Sul fatto che il suo nome, associato ad alcune utenze telefoniche, compaia alcune volte nell`agenda di Saladino, sequestrata a suo tempo, Minniti ha spiegato: «Alcune utenze non corrispondono affatto a numeri di mia conoscenza, altre si riferiscono a numeri di telefono istituzionali, che tutti possono conoscere e acquisire. Minniti è comunque un cognome abbastanza diffuso in Calabria».
Tra i testimoni sollecitati in aula dalla difesa di Genchi c`era anche Luigi Lusi, l`ex tesoriere della Margherita sotto processo per l`appropriazione di quasi 25 milioni di euro dalle casse del partito. L`ex senatore del Pd ha fornito chiarimenti su alcuni cellulari in uso a Francesco Rutelli: «Ha sempre avuto un paio di telefonini – ha detto Lusi -, credo ne abbia tuttora due anche se con lui non parlo più dal 17 gennaio 2012 (quando la procura cominciò a indagare su quella sottrazione di denaro, ndr). Comunque, checché se ne dica, l`amministrazione della Margherita e la mia segreteria personale hanno sempre tenuto in ordine l`elenco dei cellulari acquistati per esigenze di servizio. Basta andarlo a consultare per vedere quanti apparecchi mobili sono riconducibili a Rutelli». (0080)
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