Otto nuovi magistrati a Vibo Soddisfatto Bruno Censore

«Ho sempre ritenuto miope, insensata e scellerata la mancata predisposizione di misure urgenti e necessarie per scongiurare un depauperamento di un simbolo della continua e incessante lotta contro la criminalità organizzata che a queste latitudini, purtroppo, segna notoriamente e drammaticamente il suo radicamento». È quanto afferma, in una nota, il parlamentare del Pd Bruno Censore che esprime soddisfazione per l`arrivo al Tribunale di Vibo di otto magistrati.
«A Vibo Valentia – aggiunge – contesto in cui la ‘ndrangheta e il malaffare pervadono la società, l’assenza di tempestive e imperative misure tese ad attenuare le gravi criticità del Tribunale di Vibo avrebbe rischiato, tra le altre cose, di allontanare ancor di più i cittadini dalle istituzioni, dando loro la netta percezione che il tema della sicurezza e della lotta alla ‘ndrangheta non rappresentassero una priorità. Pertanto, non posso che accogliere con estrema soddisfazione la decisione del Csm, che ha assegnato al Tribunale di Vibo Valentia otto nuovi magistrati ordinari tirocinanti».
Censore nei giorni scorsi si era rivolto al ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, per chiedere un suo intervento al Consiglio superiore della magistratura e per «reclamare, con urgenza, l’adozione di tutti i provvedimenti necessari per impedire la paralisi dell’attività giudiziaria a Vibo e per tutelare un irrinunciabile presidio di legalità a difesa di una vasta area dove oggi più che mai la ‘ndrangheta tenta di affermare la proprio logica di violenza e prevaricazione».
«Con una scopertura di organico tra i giudici, pari addirittura al 60%, il Tribunale di Vibo Valentia – continua il parlamentare del Pd – si è trovato in una situazione ben oltre i limiti di sostenibilità. Ora, però, l’arrivo di otto nuovi magistrati, cinque dei quali saranno destinati al settore civile e tre al penale, attenueranno quella pesante carenza di organico, superiore a quella fisiologica, che rischiava di tradursi in una gravissima lesione del diritto costituzionalmente garantito, incidendo negativamente sui tempi di definizione dei processi e sulle aspettative di giustizia dei cittadini». (0050)