REGGIO CALABRIA Il settore trasporti è in subbuglio, ma in consiglio regionale la discussione è “alla camomilla”. Una relazione dell’assessore Fedele, qualche intervento dei membri dell’opposizione e il discorso è chiuso. Di proposte concrete sul piatto non se ne vedono. Almeno per il momento. Intanto i servizi scarseggiano e le risorse sono ridotte al lumicino.
Malgrado una seduta a tratti soporifera, le scintille tra maggioranza e opposizione non sono mancate. Duro lo scontro tra Demetrio Naccari Carlizzi e l’assessore Luigi Fedele, con quest’ultimo che accusa l’ex titolare ai Trasporti della giunta Loiero di aver indebitato le Ferrovie della Calabria e di aver distratto i fondi destinati alla società. «Noi invece – chiarisce – abbiamo salvato questa azienda cercando di ripianarne i debiti».
Ad aprire la discussione in aula è stato proprio Fedele, che ha esortato l’opposizione a dare un sostegno «all’azione che stiamo portando avanti», in quanto «se si fermano i trasporti si ferma la Calabria». Poi Fedele ha fatto il punto sulla situazione, ricordando gli interventi portati avanti negli ultimi anni dalla giunta e le tante criticità tuttora esistenti. Su tutte, il costo dei servizi stessi, che nel 2012 hanno pesato sulle casse regionali per quasi 270 milioni di euro. L`ex capogruppo del Pdl l’ha detto a chiare lettere: «Le risorse attualmente disponibili per la Regione Calabria per i servizi di trasporto pubblico locale sono insufficienti alle necessità, per via del progressivo ridursi dei trasferimenti statali a vario titolo erogati e della contemporanea contrazione delle risorse autonome regionali. La carenza è pari a circa 30 milioni di euro». Discorso a parte meritano invece i bacini di traffico, «un primo importante tassello – secondo l’assessore – del processo di pianificazione in materia di trasporti», definiti con un bacino unico regionale per i servizi ferroviari; cinque bacini per i servizi su gomma (due cosiddetti di “area vasta”: uno per la Calabria settentrionale e uno per la Calabria meridionale); tre di “area urbana”: Cosenza-Rende, Catanzaro-Lamezia Terme e Reggio Calabria-Villa San Giovanni.
Fedele ha ricordato anche l’approvazione delle Linee guida del Piano Regionale dei Trasporti, redatte al termine di un processo che ha visto coinvolti Province, Upi, Anci, organizzazioni sindacali, associazioni delle aziende di autotrasporto viaggiatori, Autorità portuale di Gioia Tauro, Direzione marittima regionale, Anas e Ferrovie dello Stato. Altro nodo è quello relativo al Piano regionale dei trasporti stesso, per il quale «proprio in questi giorni sono in corso di svolgimento i rilievi del traffico veicolare in 50 sezioni in tutta la Calabria», mentre a maggio «è stato avviato un tavolo con Ferrovie dello Stato, per mezzo del quale si sta cercando di condividere la strategia di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria e dei servizi».
Particolarmente problematica è poi la situazione degli aeroporti regionali. Per questo Fedele ha ribadito la volontà di «scongiurare l’approvazione della proposta dell’ex ministro Passera del Piano nazionale degli aeroporti, che in particolare penalizza l’aeroporto di Crotone, che verrebbe declassato ad aeroporto di livello regionale». Senza dimenticare i problemi economici delle varie società di gestione degli scali, per le quali proprio oggi «la giunta regionale ha previsto l’istituzione di un capitolo di bilancio con le necessarie risorse finanziarie». L`assessore ai Trasporti non si fa comunque illusioni sulle prospettive del comparto: «Impensabile risolvere tutto adesso mentre la crisi finanziaria è ancora forte».
«Quella di Fedele è una relazione insufficiente e priva di proposte concrete», commenta il piddino Mario Franchino, seguito a ruota da Pasquale Tripodi (Misto), che rimarca la scarsa progettualità della giunta regionale nei confronti di un settore in forte crisi. «Non è un momento facile», ammette Mimmo Talarico (Idv), che evidenzia la necessità di dare maggiori tutele ai lavoratori del comparto: «Dobbiamo sforzarci per dare risposte precise e ragionare sulle risorse disponibili, in modo da rimodulare l’offerta di mobilità».
Fausto Orsomarso torna invece sulla contestata acquisizione da parte della Regione di Ferrovie della Calabria. Un’azienda che era «decotta» e attorno alla quale ruotavano «mille famiglie calabresi». Il consigliere pdl rivendica il salvataggio di FdC e il merito di aver rimodulato il contratto di servizio, passato «da 56 milioni di euro all’anno a 44». Cioè 12 milioni in meno che prima «venivano inscritti in bilancio e pretesi dalla Regione». Orsomarso, ex delegato della giunta al settore, respinge le critiche dell’opposizione e rilancia: «Per noi i trasporti rimangono una priorità politica». Demetrio Naccari Carlizzi punta invece sull’ironia per dipingere un quadretto tutt’altro che idilliaco. A partire dal presunto apporto dato dall’Anas al turismo calabrese. «La presenza dell’amministratore Ciucci a un convegno sul tema mi ha molto colpito. L’autostrada è ormai al 21esimo anno dall’inizio dei lavori, il suo tracciato è ipermaggiorenne e i calabresi hanno reale contezza del contributo dato al turismo in questi anni». Per Naccari la maggioranza deve uscire dalla logica del «presente-passato», quella per la quale la responsabilità dei disservizi spettano sempre ai predecessori: «Ormai sono passati tre anni dall’inizio di questa legislatura», dice il consigliere democratico (in passato titolare dei Trasporti solo per un anno e mezzo), che non ci sta a fare il parafulmine di fronte alle difficoltà attuali dell’esecutivo Scopelliti. «Se non interveniamo subito i trasporti diventeranno un’emergenza come la sanità», ha detto Damiano Guagliardi (Federazione della sinistra).
SALTA LA SEDUTA Ma è subito dopo la fine del dibattito sui trasporti che gli animi si accendono. I membri della maggioranza presenti in aula si contano sulle dita di una mano, e questo offre all’opposizione l’opportunità di “vendicarsi” di un torto incassato a inizio seduta, quando un ordine del giorno sui trasporti proposto da Antonio Scalzo era stato bocciato dal centrodestra. Il centrosinistra abbandona l`aula, ed è Nino De Gaetano a rendere pan per focaccia agli “avversari”: «Chiediamo la verifica del numero legale». Che, visti i numeri, non c’è. L’assemblea si scioglie automaticamente, costringendo la maggioranza a rinviare l’approvazione delle altre mozioni in programma. Slittano così la discussione sulla proposta di legge per la modifica dell’ordinamento della struttura organizzativa di giunta e dirigenza regionali e il rifinanziamento alla legge a favore dei giovani laureati impegnati nelle pubbliche amministrazioni. «Ci hanno impedito di discutere il nostro ordine del giorno», ha spiegato De Gaetano a supporto della decisione di far saltare l’assemblea. Poi aggiunge, quasi beffardo: «La maggioranza deve essere sempre in grado di garantire il numero legale».
GIUNTA IN RITARDO Il Consiglio era iniziato alle 13.30, ma senza che in aula ci fossero né governatore né assessori regionali, impegnati nella contestuale riunione di giunta. Un’assenza che ha provocato i malumori dell’opposizione, contenuti a fatica dal presidente Franco Talarico. Il primo a stigmatizzare l’anomalia è Mimmo Talarico, che sottolinea polemicamente come l’apertura dei lavori fosse stata prevista per le ore 11. L’organizzazione della seduta, convocata inusualmente di sabato, ha insomma presentato qualche difficoltà di troppo. Il Consiglio era poi ripreso quando in aula sono arrivati i membri dell’esecutivo, dopo un ingiustificato stop di quasi un’ora. (0030)
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