RENDE «Funziona un po’ come un conclave. Conterà molto il primo turno. E se qualcuno prenderà parecchi voti, l’effetto di trascinamento potrebbe essere decisivo». Questo per capire in che modo, nelle strutture dipartimentali dell’Unical, si guarda alla tornata elettorale che chiamerà l’ateneo a scegliere il successore di Giovanni Latorre, dopo 14 anni e tre mandati e mezzo di governo accademico. Una sorta di conclave laico, insomma, che aprirà virtualmente i battenti domani mattina, quando tutti i candidati a rettore per i sei anni che vanno dal 2013 al 2019 racconteranno i loro programmi all’assemblea d’ateneo.
I contendenti, al momento, sono cinque. Si tratta dei professori Gino Mirocle Crisci, preside della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali; Patrizia Piro, ordinario di Costruzioni idrauliche (facoltà di Ingegneria); Girolamo Giordano (direttore del dipartimento di Ingegneria per l`Ambiente e il territorio); Marcello Maggiolini (ordinario di Patologia generale – facoltà di Farmacia) e Domenico Cersosimo (docente di Economia applicata-Dipartimento Economia e statistica).
Quello di domani (fissato alle 9 in aula magna) è un appuntamento più rituale che realmente decisivo. Ragionando con le categorie della politica, si può dire che le alleanze sono già decise e la partita si gioca altrove: negli incontri tra i candidati e i dipartimenti, nelle sponsorizzazioni delle cordate accademiche. Difficile che il faccia a faccia pubblico produca terremoti nella gerarchia del consenso. A sperare nell’effetto trascinamento sarà Crisci, che parte favorito nella corsa al rettorato. Può contare su una lunga esperienza di “governo” in ateneo e, soprattutto, sul sostegno di tre componenti importanti. Con la prima, che si rifà in parte alla vecchia facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, ha un legame diretto (è stato preside di quella facoltà), le altre due sono legate a due ex presidi (e oggi direttori di dipartimento) che insieme a lui, negli ultimi due anni, hanno contrastato alcune scelte del rettore uscente. Si tratta di Raffaele Perrelli, che – sempre per utilizzare un gergo politico – porta con sé buona parte dei voti dell’area umanistica, e Paolo Veltri, che ha un altro candidato in facoltà (Patrizia Piro), ma può contare sui favori di una buona fetta degli ingegneri. Due grosse facoltà sono con Crisci: inevitabile segnalarlo in pole position, anche perché la sua campagna elettorale (ma sarebbe meglio dire la campagna elettorale del gruppo che lo sostiene) è partita in largo anticipo, più di un anno fa, quando la rottura degli ex presidi con Latorre si era ormai consumata.
Marcello Maggiolini, da parte sua, può contare sul consistente aiuto che gli sarà offerto proprio da Latorre, nel cui solco si inserirebbe il suo rettorato. Maggiolini è l’unico dei candidati a non aver fatto aperto riferimento a una discontinuità rispetto alla precedente gestione. Il suo risultato sarà la cartina di tornasole del consenso di cui gode ancora il vecchio Magnifico. Oltre che, ovviamente, della stima sulla quale può contare il candidato. Che arriva da Farmacia e proprio nella sua facoltà potrebbe avere qualche problema a raggranellare consensi, vista la sua posizione piuttosto tiepida (ma non è il solo) sulla nascita di una facoltà di Medicina (il sogno del direttore del dipartimento di Farmacia, Sebastiano Andò) all’Unical.
Unical 2020, componente che “pesca” dai dipartimenti di Fisica e Chimica, dal Dimes (Dipartimento di ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica) e dalle aree di Sociologia e Linguistica, candida Domenico Cersosimo, che “torna” all’università dopo gli anni dell’impegno politico (prima nella giunta regionale guidata da Agazio Loiero, poi con “Slega la Calabria”). Che ribadisce spesso di essere espressione solo di se stesso, ma avrà bisogno di parecchi consensi per insidiare Crisci e Maggiolini. Nel suo caso, come in quello di Patrizia Piro (che, secondo i boatos, pescherebbe da Ingegneria e Farmacia), la parola d’ordine è “discontinuità”. La prof di Costruzioni idrauliche si presenta come la terza via, in opposizione a chi ha già avuto incarichi importanti in accademica e, dunque, non potrebbe rappresentare la svolta di cui l’università ha bisogno. “Discontinuità” anche per Girolamo Giordano, direttore del dipartimento di Ingegneria e ambiente che ha lanciato la sua candidatura per prima, ormai più di due mesi fa. Sembrava quasi una provocazione, e invece anche lui, da oggi, è a caccia di voti. (0020)
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