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Cosenza, maggioranza in fuga

COSENZA La maggioranza a palazzo dei Bruzi ci prova ancora a mandare deserta l’assemblea cittadina, ma questa volta qualcosa non va e la seduta si tiene. In pochi avrebbero scommesso sul numero leg…

Pubblicato il: 11/06/2013 – 23:27
Cosenza, maggioranza in fuga

COSENZA La maggioranza a palazzo dei Bruzi ci prova ancora a mandare deserta l’assemblea cittadina, ma questa volta qualcosa non va e la seduta si tiene. In pochi avrebbero scommesso sul numero legale dei consiglieri presenti e invece a conti fatti quelli che rispondono all’appello del presidente sono sufficienti e questo per la verità si vedeva con un colpo d’occhio. Dopo il primo attimo di smarrimento tocca a Massimo Bozzo trovare il coraggio di chiedere quel che con la strategia non era stato possibile, cioè di rimandare il consiglio. Una proposta che fa infuriare l’opposizione, visto che soltanto ieri al centrodestra era riuscito di far saltare la seduta. Con assoluto candore Bozzo spiega la richiesta della maggioranza con le difficoltà che la compagine che sostiene il sindaco Occhiuto sta attraversando e di cui non si intravede la fine. Una posizione che suona come una sorta di provocazione, non solo per la minoranza, ma per la città intera, come se le tensioni in cui la destra si dibatte potessero bloccare il dibattito cittadino e congelare le decisioni che sono urgenti da assumere. Tra l’altro il primo degli ordini del giorno prevedeva la necessità di affrontare la grave crisi in cui si trovano le molte decine di lavoratori delle cliniche private, senza stipendi da moltissimi mesi. Il cercare di eludere questi nodi, portando come motivazione la guerra interna al centrodestra è stato sicuramente un passo falso, immediatamente colto dall’opposizione che ha chiesto con Sergio Nucci la conta nominale e il voto sulla richiesta di rinvio. E con sorpresa hanno vinto quanti volevano affrontare le questioni, con 17 voti contrari alla proposta di Bozzo e 13 a favore, dunque con un certo numero di componenti della stessa maggioranza che ha votato contro l’idea di rimandare tutto a tempi migliori. A quel punto, mascelle serrate e volti assai infastiditi, non pochi rappresentati del centrodestra hanno lasciato l’aula, ma quasi con un certo comprensibile pudore, alla spicciolata, alcuni col cellulare all’orecchio, come se si stessero allontanando per una telefonata urgente, senza però poi fare ritorno in aula. Un comportamento che non ha avuto nemmeno al dignità di una scelta dichiaratamente politica, piuttosto è parsa una fuga distratta, cui nemmeno il primo cittadino si è sottratto, essendosi alzato dalla sua poltrona, dopo aver votato per la sospensione e lasciando l’assemblea. Una vittoria morale dell’opposizione, che gli interventi di Ambrogio e Paolini non hanno mancato di sottolineare, spiegando che questa amministrazione è ostaggio dei suoi problemi interni e diserta le occasioni in cui si deve cercare di trovare soluzioni ai problemi della città, oppure spiegando che i problemi dei lavoratori delle strutture sanitarie private e della sanità in generale a Cosenza,  sono la conseguenza delle scelte politiche che i  questi ani sono state fatte da chi comanda nel settore. Il quadro che è emerso dalla schermaglia di oggi è la conferma di un centrodestra che brancola senza sapere dove andare, senza una rotta, né indicazioni che vengano dai vertici regionali o cittadini, in attesa che si plachi la guerra interna che vede contrapposte le due famiglie che governano la coalizione. (0090)

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